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    Romamania: le decisioni arbitrali sono scandalose e Mourinho è un kamikaze. Così 'sfonda' i giocatori, perché?

    Romamania: le decisioni arbitrali sono scandalose e Mourinho è un kamikaze. Così 'sfonda' i giocatori, perché?

    • Paolo Franci
    I punti di frattura sono tre. 1) Il ripetersi di decisioni arbitrali talmente scandalose che si fa fatica anche a spiegarle. 2) La squadra che procede nel suo processo rapido di involuzione. 3) Le cose che dice Mourinho. Sulla questione arbitrale c'è poco da dire e certo non sono tipo da invocare complotti e vittimismi, ma hanno ragione coloro che in una chiacchierata social mi hanno sottolineato come non fare risultato per certi episodi non solo danneggia la classifica, ma può intaccare convinzione e aspetto psicologico della squadra. Qui però e allora, mi aggancio al punto 3. Che cosa vuole Mourinho? Dove vuole arrivare con questa sua linea kamikaze con la quale 'sfonda' quei giocatori – tra l'altro giovani, più o meno quelli che hanno lavorato sodo per arrivare in semifinale di Europa League– che non ritiene all'altezza con una spietatezza da cattivo di un film western? Ma non era quello che difendeva i suoi a costo della vita? (esageriamo...)? Perché è arrivato a rimpiangere Juan Jesus – che a Napoli con Spalletti gioca e neanche così male... - e Bruno Peres? Quel continuo ripetere che lui non ha la rosa di Milan e Juve – ed è più debole dell'anno scorso, non una carezza al povero Pinto, questa - è atteggiamento da grande allenatore o di uno che si sta ritagliando un alibi per il futuro? Del tipo, leggendo tra le righe: se le cose precipitano è colpa del club che ha messo insieme questo gruppo di giocatori e colpa dei giocatori che sono scarsi. Possibile sia questo il motivo? Non ci credo.

    Impossibile credere che uno come lui, con la sua esperienza e certo dopo aver valutato dove e come avrebbe dovuto lavorare, si sciolga così come un gelato al sole, lasciandosi trasportare da un j'accuse continuo contro tutto e tutti senza uno straccio di vera reazione sul campo. Inoltre: come pensa Mourinho di fare un'intera stagione senza attingere alle riserve e con solo 13-14 giocatori? Difficile rispondere, davvero.

    Poi c'è il campo. La Roma è brutta e certo non gioca bene. Anzi. E ieri, dopo 11 partite, Mourinho si è convinto a puntellare il lato debole dello squadra, il centrocampo a due insostenibile per il tipo di giocatori che ha. Solo che a un certo punto ha fatto la mossa sbagliata nel momento giusto (per il Venezia), scombinando gli equilibri con l'ingresso di Carles Perez per Kumbulla. Mossa che ha costretto Cristante ad arretrare sulla linea dei difensori. Da lì, la Roma ha perso distanze e misure consegnandosi al nemico. E non è la prima volta che i cambi in corsa di Mou non convincono affatto. Ricordo, anni fa, che Carlos Bianchi fu (giustamente) linciato quando in casa con la Samp ne prese 4. Quell'amaro 21 settembre 1996 nel tentativo di vincerla, Bianchi mise il tragico Dahlin, centravantone svedese dall'assai scarso rendimento qui da noi, accanto a Balbo e Fonseca. Risultato: la Roma ne prese tre da Montella e Mancini. Finì 4 a 1 e se ne parla ancora, talvolta. Ora, Mou ricorre all'ammucchiata di centravanti quando c'è da recuperare nei finali di partita, ma la mossa sa molto di disperato e assai poco di fine stratega.

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