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    Roma, momento nerissimo: lamenta errori arbitrali, ma con Mourinho mancano organizzazione e qualità

    Roma, momento nerissimo: lamenta errori arbitrali, ma con Mourinho mancano organizzazione e qualità

    • Mimmo Ferretti
    Per raccontare il sorprendente tonfo della Roma in Laguna, basta ricordare che prima della partita contro i giallorossi il Venezia aveva segnato 8 reti in undici partite. Una media molto bassa, giusto? Contro la Roma, invece, la squadra di Paolo Zanetti ne fa tre e porta a casa la terza vittoria in campionato. La Roma continua invece nel suo momento nero, nerissimo: un solo successo e cinque punti nelle ultime sette partite. E addio zona Champions. La Roma, che lamenta ancora errori arbitrali (cervellotica e singolare la decisione di Aureliano su un contrasto Cristante-Caldara, e calcio di rigore per i padroni di casa), tatticamente va a sprazzi, non funziona soprattutto nella fase di non possesso quando deve recuperare e davanti - è accaduto anche a Venezia - continua a non concretizzare le tante, tantissime occasioni create. Il dato dei cinque punti nelle ultime sette partite non può non chiamare in causa, oltre chi va in campo, pure chi guida la Roma dalla panchina, quindi Mourinho: la Roma sembra spesso non avere la giusta organizzazione quando il pallone è tra i piedi degli avversari e, soprattutto, non riesce a trovare una soluzione ai problemi che le si pongono davanti quando si trova in difficoltà. Non può bastare, come accaduto anche a Venezia, metter dentro attaccanti su attaccanti per tentare di rimediare la situazione, con la conseguenza di scoprire la difesa: servirebbe più organizzazione, più qualità sul piano del gioco. Cosa che alla Roma negli ultimi tempi manca tanto. E la classifica lo sta a confermare.

    LA SCELTA - Un po' per necessità (indisponibili i tre esterni mancini in rosa) e un po' per scelta, Josè Mourinho rivoluziona la Roma balbettante delle ultime settimane proponendo una difesa a tre elastica con Mancini, Kumbulla e Ibanez centrali, un centrocampo a quattro con Karsdorp e El Shaarawy esterni in compagnia dei mediani Cristante e Veretout, più Pellegrini alle spalle di Abraham e Shomurodov. Fuori Zaniolo e Mkhitaryan. In fase di non possesso la Roma è 4-4-2, comunque. Ruoli non definiti, insomma, soltanto in fase di possesso. Una Roma nuova di zecca, almeno al fischio d'avvio. Dall'altra parte, Venezia con l'inedito 4-2-3-1, molto traffico e alta densità a centrocampo con Okereke punta centrale. Venezia a caccia del secondo successo casalingo, dopo quello contro la Fiorentina, 18 ottobre, e in vantaggio dopo meno di 200 secondi grazie a Caldara, bravo a sfruttare con un tocco di destro in mezzo all'area romanista, tra Mancini e Cristante, una punizione di Aramu dalla trequarti. Nono gol in dodici partite.

    La Roma accusa il colpo e parte con passo molto compassato: Abraham conquista un netto calcio di rigore, ma l'arbitro Aureliano, aiutato dal Var, lo annulla per fuorigioco precedente di Pellegrini. La Roma comanda le operazioni, senza riuscire ad alzare i ritmi (nonostante il contributo prezioso i Pellegrini) la, il Venezia attende nella propria metà campo con due linee e tenta di ripartire cercando la velocità di Okereke. Abraham è il protagonista del primo tempo romanista: dopo aver conquistato il rigore, prima centra l'ennesimo palo della sua stagione (destro in diagonale da dentro l'area piccola, Romero battuto) poi partecipa in maniera diretta alla rete del pareggio di Shomurodov (zampata da due passi dopo miracolo del portiere argentino di Pellegrini “assistito” da Tammy)) quindi in pieno recupero firma direttamente la rete del vantaggio romanista, con una prodezza tecnica: stop di petto a seguire, sul pallone alto di Shomurodov dalla sinistra, controllo e diagonale all'angolino basso di sinistro.

    LA CONTROMOSSA - Paolo Zanetti, allenatore del Venezia, in avvio di ripresa cambia tatticamente e torna al suo consueto 4-3-3. E' la Roma, però, ad andare ancora vicino al gol, con Shomurodov di testa e salvataggio acrobatico sulla linea di Haps. El Shararawy tira lentamente da centro-area e fallisce l'opportunità di chiudere il conto. Così il Venezia su calcio di rigore (non rivisto dal Var) realizzato da Aramu (tocco di Cristante sulla gamba di Caldara, sentenzia a sorpresa Aureliano; ignorato anche un fallo su Ibanez, però) arriva al pareggio. La Roma si rimette a 4 dietro (fuori Kumbulla, dentro Carles Perez) e con una serie infinita di giocatori portati ad attaccare. Poco equilibrio, insomma. Il Venezia passa presto a 3 dietro, invece. Si copre e si muove bene di rimessa: lancione verticale per Okereke, solo soletto con la difesa della Roma messa malissimo centralmente, controllo e tocco furbo alle spalle di Rui Patricio. Undicesimo gol in 12 gare: mai il Venezia ne aveva segnati tre tutti insieme, in campionato. Dentro Zaniolo (a sinistra: perchè?), allora (fuori El Shaarawy) e, a seguire, pure Zalewski (a destra: perchè?) e Borja Mayoral: Roma senza uno straccio di equilibrio tattico, ricca di punte e centrocampisti ridotti al minimo. Lì davanti – cioè in area del Venezia – pochi spazi e tanta, troppa confusione. Rui Patricio fa due miracoli, gli attaccanti di Mou no. E la Roma finisce ko, per la quinta volta in campionato.​

    :(actionzone)

    IL TABELLINO 

    Venezia-Roma 3-2 

    VENEZIA (4-3-2-1): Romero; Mazzocchi (dal 32’st Ebuehi), Ceccaroni, Caldara, Haps; Busio, Ampadu, Crnigoj (dal 1’st Sigurdsson); Aramu (dal 32’st Tessmann), Kiyine (dal 24’st Modolo); Okereke (dal 45’st Henry) . All. P. Zanetti

    ROMA (3-5-2): Rui Patricio; Mancini, Kumbulla (dal 21’st Carles Perez), Ibanez; Karsdrop (dal 38’st Zalewsky), Veretout, Cristante, Pellegrini, El Shaarawy (dal 32’st Zaniolo); Shomurodov (dal 38’st Mayoral), Abraham. All. J. Mourinho 

    Arbitro: G. Aureliano

    Marcatori: 3’pt Caldara (V), 43’pt Shomurodov (R), 47’pt Abraham (R), 20’st Aramu (V) (r), 30’st Okereke (V)

    Ammoniti: 16’pt Karsdrop (R), 2’st Kiyine (V), 33’st Abraham (R), 50’st Romero (V)

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