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    Romamania: Dzeko-Borja, solo uno in campo, scordiamoci il doppio centravanti. Ricordate Delvecchio?

    Romamania: Dzeko-Borja, solo uno in campo, scordiamoci il doppio centravanti. Ricordate Delvecchio?

    • Paolo Franci
    Per favore, lasciamo stare. Cioè per carità, ognuno è libero di pensare calcio – ci mancherebbe altro – come vuole, ma lasciamo perdere l'idea del doppio centravanti. Sì perché quando succede che nella stessa partita vanno in gol due numero nove (inteso come ruolo of course), inevitabilmente ci si chiede se sia possibile metterli in campo insieme. E' normale e logico, perché tutti noi più o meno inconsciamente, non possiamo che essere attratti dal bomber. Perché fa la cosa più bella del mondo nello sport più bello del mondo: il gol. E dunque, quelli che fanno gol li vorremmo tutti in campo e chi se ne frega degli equilibri e della tattica. Ricordo quella fantastica Roma in cui giocavano Bati e Montella. Una Roma dominante, nella quale Delvecchio, che pure il centravanti lo ha fatto – e alla grandissima – e lo era con Zeman, diventò un terzino pur di giocare. Quella squadra era la più forte di tutte, aveva un'intelaiatura poderosa e nonostante questo non era in grado, se non in particolare momenti della gara, di sostenere il doppio centravanti.

    L'utopia del doppio bomber è bellissima da accarezzare ma impossibile da praticare. Quasi sempre, a meno che uno dei due non si 'penta' tatticamente come fece SuperMarco Delvecchio (che di quella Roma zeppa di campioni era comunque in mio giocatore preferito!) pur di trovare spazio e in ogni caso in grado di offrire un menù tattico alternativo al proprio allenatore. Sennò, uno dei due va in panchina. Quindi, lasciamo stare l'idea di Borja Mayoral e Dzeko insieme, se non in poche malaugurate occasioni – vederli in tandem significa, probabilmente, doversi arrampicare su di una partita in salita... - e certamente stimolata dal fatto che Edin possa fare (e bene) il rifinitore. Certo, ma un conto è farlo per istinto e bagaglio tecnico-tattico o per pura intelligenza calcistica, un conto è doverlo fare perché qualcuno là davanti ti toglie lo spazio nel quale sei abituato a muoverti. E mi pare del tutto evidente come Dzeko e Borja finirebbero per pestarsi i piedi fino a ritrovarseli tatticamente lividi. Quindi, lasciamo stare le pur belle utopie. Inoltre, eviterei la costruzione del dualismo tra un monumento del pallone come Dzeko e un giovane di talento, Mayoral, che certo non ha bisogno di essere messo in contrapposizione con chi, ne siamo certi, ogni giorno gli fa da maestro di tattica e tecnica a Trigoria, semplicemente allenandosi con lui.

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