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Romamania: Dybala ha capito il potenziale della Roma, un brand senza eguali. Friedkin e Mou, che capolavoro
Gliela diamo o non gliela diamo? Certo che gliela diamo! Riprendendo un tormentone di qualche decennio fa in perfetto Ezio Greggio style, entro nel dibattito sulla maglia numero 10 – in realtà sarebbe un effimero dettaglio rispetto all'enormità del colpo romanista, ma parliamo della maglia di Totti quindi, per il popolo giallorosso, di una sindone del pallone – e per quanto mi riguarda, dategliela subito. Dybala è il giocatore che incarna quell'immaginario che appartiene solo ai giocatori come lui. Quelli di etnia tecnica rara che hanno l'altrettanto rara capacità di accendere l'entusiasmo. Che tra l'altro da queste parti è già alle stelle dopo il trionfo in Conference League.
Ancora una volta, la famiglia Friedkin, stavolta in combutta con quel diavolo portoghese (anzi due diavoli, ci metto pure Tiago Pinto, oltre a Mou) ha confezionato un altro colpo di quelli che levati. A fari più o meno spenti e quando tutti erano convinti che Dybala sarebbe andato all'Inter, al Napoli o chissà dove. E invece no. Bello sapere che Dan Friedkin sia volato personalmente a Torino per parlare con il calciatore. Bello che Mourinho, indubbiamente un 'monologhista' senza pari quando c'è da convincere un calciatore, sia stato in grado di tradurre in parole ciò che la Roma avrebbe rappresentato per Paulo e ciò che Paulo avrebbe rappresentato per la Roma. E non soltanto in un sabba di passione che ogni maledetta (benedetta?) domenica troverà il suo punto più alto, ad ogni gol o giocata dell'argentino.
Paulo e il suo entourage – l'ex Juve è una vera e propria azienda che vanta oltre 65 milioni di followers complessivi - hanno capito perfettamente quale sia il potenziale non solo della Roma, che in ogni caso non poteva garantire neanche l'Europa d'elite, ma soprattutto di quel che rappresenta vivere a Roma, rappresentarla sulla sponda giallorossa dal punto di vista dell'immagine nel mondo, nelle vesti del secondo argentino più importante e amato. Chi sia il primo, beh, inutile dirlo no? Il brand Roma tira nel mondo e non ha eguali per una serie di fattori – il Vaticano, innanzitutto, oltre alla storia millenaria della città con i suoi tesori e monumenti – e dal punto di vista del calciatore-azienda rappresentare un club che ha il nome della città eterna non ha pari nel mondo.
Poi c'è il fatto tecnico e psicologico. Dybala è calciatore che ha bisogno di essere amato senza mezze misure per rendere al massimo. Si vede. Si capisce chiaramente. A Torino è successo, ma non ai livelli che immaginava Paulo. Anche perchè poi se ti mettono vicino Higuain, Ronaldo o Vlahovic tutto diventa più difficile. Ora però, a Roma può finalmente diventare un re. Come lo è stato un altro numero 10 fino a qualche tempo fa. Benvenuto, Paulo Dybala.
Ancora una volta, la famiglia Friedkin, stavolta in combutta con quel diavolo portoghese (anzi due diavoli, ci metto pure Tiago Pinto, oltre a Mou) ha confezionato un altro colpo di quelli che levati. A fari più o meno spenti e quando tutti erano convinti che Dybala sarebbe andato all'Inter, al Napoli o chissà dove. E invece no. Bello sapere che Dan Friedkin sia volato personalmente a Torino per parlare con il calciatore. Bello che Mourinho, indubbiamente un 'monologhista' senza pari quando c'è da convincere un calciatore, sia stato in grado di tradurre in parole ciò che la Roma avrebbe rappresentato per Paulo e ciò che Paulo avrebbe rappresentato per la Roma. E non soltanto in un sabba di passione che ogni maledetta (benedetta?) domenica troverà il suo punto più alto, ad ogni gol o giocata dell'argentino.
Paulo e il suo entourage – l'ex Juve è una vera e propria azienda che vanta oltre 65 milioni di followers complessivi - hanno capito perfettamente quale sia il potenziale non solo della Roma, che in ogni caso non poteva garantire neanche l'Europa d'elite, ma soprattutto di quel che rappresenta vivere a Roma, rappresentarla sulla sponda giallorossa dal punto di vista dell'immagine nel mondo, nelle vesti del secondo argentino più importante e amato. Chi sia il primo, beh, inutile dirlo no? Il brand Roma tira nel mondo e non ha eguali per una serie di fattori – il Vaticano, innanzitutto, oltre alla storia millenaria della città con i suoi tesori e monumenti – e dal punto di vista del calciatore-azienda rappresentare un club che ha il nome della città eterna non ha pari nel mondo.
Poi c'è il fatto tecnico e psicologico. Dybala è calciatore che ha bisogno di essere amato senza mezze misure per rendere al massimo. Si vede. Si capisce chiaramente. A Torino è successo, ma non ai livelli che immaginava Paulo. Anche perchè poi se ti mettono vicino Higuain, Ronaldo o Vlahovic tutto diventa più difficile. Ora però, a Roma può finalmente diventare un re. Come lo è stato un altro numero 10 fino a qualche tempo fa. Benvenuto, Paulo Dybala.