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Romamania: De Rossi ha ragione, essere felici sarebbe l’errore più grande. Ma almeno c'è dignità
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SINGOLI PROBLEMI E PROBLEMI SINGOLI - De Rossi ha cambiato la testa dei giocatori, adesso deve continuare a lavorare sui difetti. Alcuni sono strutturali e rischiano di rappresentare una zavorra da cui sarà impossibile liberarsi. A cominciare dal rendimento di un portiere, Rui Patricio, che non para più. Dall’errore clamoroso con il Verona alle uscite difettose contro l’Inter, l’impressione è che la Roma sia indifesa tra i pali e Svilar non sembra un’alternativa affidabile. Anche il problema degli esterni resta attuale: Karsdorp ha limiti non superabili e chi potrebbe sostituirlo ne dimostra altrettanti, Angelino - si sapeva - fatica se c’è da difendere, Spinazzola non dà garanzie fisiche. Sulle fasce ci sono tante soluzioni e nessuna certezza, e così sarà fino al termine della stagione.
Nella sfida di ieri hanno deluso anche le due stelle dell’attacco. Lukaku sembra svuotato da un mese abbondante, il fisico di Dybala è un motore inceppato che non si può riparare. Quando si alza l’intensità, la Joya scompare inesorabilmente e diventa un lusso insostenibile.
De Rossi ha ragione nel dire, citando il maestro Spalletti, che essere felici dopo le sconfitte sia un comportamento da mediocri. Dopo aver ereditato una squadra che ha raccolto 29 punti in 20 partite c’è bisogno di correre forte per arrivare quarti e ogni frenata potrebbe essere fatale.
LEZIONE - Merita un capitolo a parte l’atteggiamento con cui il tecnico ha affrontato la questione del primo gol dell’Inter convalidato dopo la revisione al Var: “Non è mai fuorigioco”. Avete mai sentito un allenatore commentare in questo modo una decisione contraria alla sua squadra? Al di là della valutazione sul singolo episodio, DDR ha centrato il punto, perché a essere contorto è il regolamento e troppe volte gli arbitri perdono di vista il senso del calcio e lo sostituiscono con una realtà falsata che si crea dentro un monitor.
Il tema resta la coerenza sugli episodi simili che non c’è. L’onestà di De Rossi rappresenta un aiuto agli arbitri e un esempio da valorizzare per tutto il sistema.