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    Romamania: De Rossi dà lezioni di calcio (e di vita)

    Romamania: De Rossi dà lezioni di calcio (e di vita)

    • Alessandro Austini
    "Abbiamo tutto da perdere". È pronunciando questa frase alla vigilia che Daniele De Rossi ha iniziato a vincere la partita di San Siro. L'ennesimo messaggio intelligente della sua breve ma promettentissima carriera da allenatore. Un tentativo, riuscito, di opporsi alla dittatura del pessimismo cosmico romanista, quello che spinge i tifosi a non credere mai davvero che possa succedere qualcosa di insperato. E le poche volte che accade, vedi trionfo di Tirana, lo si spiega con l'intervento di un fattore esterno - la storia vincente di Mourinho nella circostanza specifica della Conference League - e non della Roma. E invece no, si può giocare bene a calcio, vincere in casa del Milan tre giorni dopo un derby faticoso e sognare un’altra finale europea anche senza avere un "santone" in panchina. 

    CAMBIO DI MENTALITA' - De Rossi, cresciuto a pane e pessimismo romanista per sua stessa ammissione, sta sfruttando anche la sua conoscenza dell'ambiente per provare a trasformare la mentalità di una squadra vicina alla quarta semifinale consecutiva europea, ma capace comunque di tornare puntualmente, ogni anno, a sentirsi meno forte di quello che può essere. Spiegando innanzitutto ai suoi giocatori che la sfida con il Milan non era impossibile, il tecnico li ha convinti a giocarsela senza paura. Attaccando gli enormi spazi lasciati scoperti da Pioli e difendendosi come un blocco compatto. 

    QUADRO INTERESSANTE - La contesa con i rossoneri è tutt'altro che finita, ma dopo il primo round dei quarti il quadro generale dell'Europa League per la Roma si è fatto interessante, col Liverpool praticamente fuori dall'altra parte del tabellone e una possibile replica della semifinale dello scorso anno contro il Bayer Leverkusen prossimo campione di Germania, ancora una volta con l'eventuale gara d'andata da giocare all'Olimpico. Pensieri pericolosi a cui è meglio non abbandonarsi prima di una settimana (no, questo non è pessimismo cosmico, ma realismo). Per adesso c'è da vincere a Udine e poi completare un'altra opera straordinaria nel ritorno di coppa giovedì prossimo. 

    ROMA PADRONA - La prestazione di San Siro intanto passa alla storia come un capolavoro tattico costruito da DDR e interpretato alla perfezione dai giocatori. Se c'è qualcosa da rimproverarsi è non aver chiuso il discorso qualificazione nella gara d'andata. Per tutta la partita la sensazione è stata di una Roma padrona della situazione, capace di entrare con facilità nell'area rossonera e di tenere botta allo sfogo finale del Milan, basato più sui nervi che sulla tecnica. Chiunque avrebbe firmato per questo risultato prima di giocarla. E quindi, per adesso, va benissimo così. 
     

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