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    Romamania: basta coccole, vincere!

    Romamania: basta coccole, vincere!

    Il tormentone è partito dai tifosi e sta proseguendo nello spogliatoio di Trigoria. Niente recriminazioni, quest'anno lo scudetto è andato alla Juventus, ma l'anno prossimo sarà della Roma. Magari con meno punti, con meno vittorie, con meno record, ma sarà giallorosso. Mai nella storia si è avvertita una così netta convinzione di forza e di continuità nei propri mezzi. I successi romanisti sono stati sempre episodici, tra il primo ed il secondo scudetto sono trascorsi 41 anni, poi il club ne ha dovuti attendere altri diciotto per aggiornare il numero sul tricolore.

    Ora il conto è arrivato a tredici. E' giunta allora l'ora di effettuare un altro scatto. Quello decisivo. Una striscia di vittorie che non comprenda solamente serie A, Coppa Italia e Supercoppa, ma anche qualcosa di più internazionale. La Roma, fatta eccezione della Coppa delle FIere 1961 ed un anglo-italiano nel 1972 (tornei ad inviti), non ha mai vinto nulla a livello europeo. Prima Gervinho poi Rudi Garcia, negli ultimi giorni, hanno sollevato la questione. La Champions League verrà giocata per vincerla, non per volare da una città all'altra da turisti. E se non si alzerà la coppa l'anno prossimo, si ritenterà quello successivo. Esattamente come con il campionato. Questa è l'ottica vincente, nel quale finalmente sembra essere entrata la Roma.

    La vittoria, non come un fatto straordinario, ma un obiettivo da perseguire. Sempre. Allora grazie per la meravigliosa stagione e per le tante emozioni, come hanno detto scritto alcuni tifosi su uno striscione, ma da settembre non basterà più giocare il calcio più bello d'Italia, vincere dieci partite consecutive. Basta, basta con i record, non se ne può più. E l'ora di diventare grandi. Quella Roma, alla quale Luis Enrique metteva il pannolone, è finalmente cresciuta, pure in fretta, ed è già tempo di fuggire dalle coccole proprie dei perdenti e di strappare un contratto a tempo indeterminato con il successo.

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