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    Roma, valeva davvero la pena rinnovare il contratto di Totti?

    Roma, valeva davvero la pena rinnovare il contratto di Totti?

    • Antonio Martines
    Sono passati più di 24 anni da quel 28 marzo 1993, una data che per i romanisti può essere considerata come una sorta di vero e proprio natale giallorosso, visto che da li in poi, ci sarà per sempre un prima e un dopo Francesco Totti, il profeta unico e indiscutibile di quella religione chiamata romanismo. Tra poco meno di due mesi sapremo se questa religione potrà contare ancora sul suo profeta in carne ed ossa oppure dovrà passare alla fase successiva, vale a dire quella dell'elaborazione del mito con tutto quello che ne conseguirà. Una cosa però è certa, e cioè che questa stagione non ha aggiunto assolutamente nulla ad una carriera fantastica come quella che Totti aveva già compiuto e proprio per questo ci chiediamo che senso abbia vedere un fuoriclasse come lui perennemente relegato in panchina e costretto a scaldarsi nell'ultimo quarto d'ora di gioco per entrare – nel migliore dei casi – solo negli ultimi cinque minuti finali della partita.

    Aveva ragione da vendere un paio di settimane fa Maurizio Costanzo quando nell'intervista fatta a Totti ha detto che quella di schierarlo gli ultimi cinque minuti in campo era solo un contentino (e anche qualcos'altro) che Francesco non meritava, visto che suona come una vera e propria mancanza di rispetto. La bandiera più importante di tutta la storia della Roma non meritava e non merita di essere trattata così; tuttavia a oltre un anno di distanza dalle polemiche che videro contrapposti Totti e Spalletti vien da chiedersi col senno di poi, se veramente sia stata cosa buona e giusta rinnovare di un'altra stagione il contratto per raggiungere la fatidica soglia del quarto di secolo. Nel calcio ci sono tanti modi di dire addio, ma quando la fine si avvicina in maniera così malinconica vien da chiedersi se ne valesse veramente la pena.

    Non voglio giudicare la scelta di Francesco, lui ha voluto prolungare di un'altra stagione una carriera meravigliosa, e alla fine, giusto o sbagliato che fosse è stato accontentato...tuttavia trovo brutto il modo in cui è stato gestito in questa stagione sia da parte dell'allenatore che della società. Il primo, in più di un'occasione ha dato quasi la sensazione di prendersi gioco in maniera beffarda del giocatore e della dirigenza, ripetendo ad esempio in più occasioni che lui sarebbe rimasto soltanto a condizione che anche a Totti fosse rinnovato il contratto, salvo poi non farlo giocare quasi mai...tanto che vien da pensare, che se ne non voleva rimanere alla Roma bastava dirlo chiaro e tondo senza rovinare gli ultimi mesi di carriera a Francesco. La società dal canto suo per l'ennesima volta ha dimostrato di non avere le idee chiare lasciando che il rapporto tra giocatore e allenatore si trasformasse in una sorta di braccio di ferro che non ha fatto bene a nessuno dei due, ne tanto meno alla squadra e alla società stessa.

    La Roma da questo punto di vista ha scelto una strada diametralmente opposta rispetto a quella che scelse la Juve nel suo addio a Del Piero. La società bianconera fu piuttosto decisa nel porre fine a quella meravigliosa storia d'amore, forse troppo decisa tanto da apparire per alcuni, addirittura spietata. La Roma al contrario è stata molto più amorevole nei confronti della sua icona più grande. Ora comunque è troppo tardi per piangere sul latte versato e l'unica cosa buona che si possa fare è quella di godersi nel migliore dei modi queste ultime giornate di campionato chiedendo però ad alta voce un maggiore impiego di Francesco, che soprattutto in partite come quella contro il Bologna, potrebbe essere impiegato almeno una buona mezz'ora, soprattutto se da un certo punto in poi della gara il risultato fosse già acquisito. Nel calcio ci sono tanti modi di dire addio e di finire una carriera. C'è chi se ne va all'improvviso senza troppi proclami, magari ancora all'apice, come fece Platini nel 1987, e c'è chi invece percorre un sentiero più lungo che porta verso un orizzonte dove il tramonto sembra sempre di la da venire...e allora godiamoci questi ultimi raggi di sole nel miglior modo possibile prima che sia troppo tardi, perchè uno come Totti non lo rivedremo per chissà quanto tempo ancora

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