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Roma senza qualità, la Lazio si limita ad aspettare l'errore e la batte: Sarri ha trovato il suo nuovo Mertens
VANTAGGIO LAZIALE - L’errore sul gol dell’1-0 farà felici i modaioli della costruzione dal basso: Ibanez, che non è Cabrini e nemmeno Maldini, ma solo Ibanez, ha tentato un dribbling nella sua area verso l’interno, nemmeno verso l’esterno, Pedro gli è zompato sulla palla che è schizzata sui piedi di Felipe Anderson e dal brasiliano in rete. Nell’occasione, da apprezzare il pressing di Pedro che ha indirizzato Ibanez verso l’errore. Il primo tempo del derby è stato brutto, scialbo, senza spunti, e senza emozioni, a parte il gol e la traversa centrata da Zaniolo col sinistro. Partita tattica? Sarà. Per noi sono stati 45' privi di gioco e a divertirsi sono stati solo i tifosi laziali, dopo la rete di Felipe, che anche con questo gol Sarri sta trasformando nel suo Mertens laziale.
REAZIONE CON TRAVERSA - In quei 45' fatto qualcosa in più la Roma, almeno come conclusioni e possesso palla (57 per cento all’intervallo, 59 alla fine) ma se si esclude quella di Zaniolo nessuna davvero pericolosa. Per la squadra di Mourinho un continuo e prevedibile cambio lato, da destra a sinistra alla ricerca di Zalewski peraltro ben controllato da Lazzari; per quella di Sarri solo un attento controllo delle posizioni. L’assenza di Dybala e Milinkovic ha tolto molto alla sfida, ma nemmeno Luis Alberto ha portato la tecnica che era lecito aspettarsi e nemmeno Pellegrini ha alzato il livello della sua squadra. Giro palla lento, passaggi ritardati, qualche imprecisione di troppo, insomma non un derby all’altezza delle attese. Mancavano qualità, ritmo e velocità sia su un fronte che sull’altro.
ROMA SENZA QUALITA’ - Ammonito dopo appena 8', Mancini è stato sostituito a inizio ripresa da Celik, ma la Roma è rimasta a tre in difesa, con una linea che si rompeva per seguire, a turno, l’attaccante laziale di riferimento fra le linee. Dopo 7' si è fermato Pellegrini (problema muscolare) e Mourinho ha scelto l’incoscienza di un ragazzino del 2003, Volpato. Altri 10' e altro cambio di Mou, perché la Roma proprio non ingranava: fuori Karsdorp dentro un esterno più offensivo e tecnico come El Shaarawy, con Zalewski dirottato a destra. Scarseggiava il contributo dei migliori, Zaniolo dopo la traversa era quasi scomparso, Cristante sbagliava spesso i lanci, in quella fase di gara solo Smalling, col solito colpo di testa su angolo, ha provato ad avvicinarsi al gol. Poco dopo, puntuale l’intervento in scivolata di Romagnoli su Zaniolo a due passi dalla porta. La Lazio pensava solo a controllare, lo faceva senza tanti problemi, ma Sarri ha cercato lo stesso di immettere nuove energie con Hysaj al posto di Lazzari (problema a una spalla) e Cancellieri per Pedro (sfinito). Quando Luis Alberto ha cominciato a toccarsi una gamba, l’allenatore toscano ha preso lo spunto per far entrare Basic e irrobustire il centrocampo. Lo spagnolo stava chiedendo di aspettare per capire meglio come stava, l’allenatore invece non ha sentito ragioni e Luis Alberto si è arrabbiato non poco.
MOU CON TUTTI ATTACCANTI - La Roma era tutta nella metà campo laziale quando è partito il contropiede del giovane Cancellieri, ottima la sua conduzione di palla in velocità, tocco per Felipe Anderson, sinistro del brasiliano e paratona di Rui Patricio. Non ha perso altro tempo Mourinho che ha rovesciato in campo tutto l’attacco a sua disposizione con Belotti (per Zalewski) al fianco di Abraham (che ancora una volta si è visto pochissimo) e Matic per dare un po’ d’ordine al caos offensivo al posto di Camara. Ma come erano stati felici e fortunati i cambi contro il Ludogorets, stavolta non hanno portato a niente. Costretta ad attaccare, la Roma lo ha fatto senza qualità, sostenuta dai nervi più che dalle idee. La Lazio, invece, si è difesa con ordine, con l’aiuto degli esterni d’attacco, con l’equilibrio di Cataldi (al primo derby da capitano), col sostegno dinamico di Basic, ma soprattutto con la padronanza in area grande e in area piccola di Romagnoli e il contributo di Casale. Per la difesa laziale, diciamo pure per il sistema difensivo laziale, un’altra grande prestazione con due dati significativi: nei primi 5 campionati europei, solo il Barcellona ha mantenuto più spesso inviolata la propria porta, 11 volte contro le 8 della Lazio, che non ha preso gol in 7 delle ultime 8 gare di Serie A. Nelle precedenti 31 partite era successo solo una volta. Per la serie “come si cambia”.
RISSA E RECUPERO-RECORD - Vicini al 90', è scoppiata una mezza rissa fra le due panchine perché Radu aveva nascosto la palla a Rui Patricio per una rimessa laterale: spintoni fra una ventina di personaggi, giocatori, collaboratori, dirigenti, e ammonizioni per il portiere e il rumeno. Dopo quello scompiglio, Orsato ha ordinato un recupero-record di 8 minuti che sono saliti a 10 per le cure a Belotti dopo colpo preso in testa dall’ex granata. Volavano palloni lunghi, alti, lenti e soprattutto inutili verso l’area laziale. Al 100' la Lazio ha portato a casa il derby ed è andata a festeggiarlo sotto la Nord insieme a Immobile, sempre in piedi in panchina come capitano-non giocatore.
Roma-Lazio 0-1 (primo tempo 0-1)
Marcatori: 29' Anderson
Ammoniti: Mancini (R), Lazzari (L), Vecino (L), Rui Patricio (R)
ROMA: Rui Patricio; Mancini (46' Celik), Smalling, Ibanez; Karsdorp (63' El Shaarawy), Cristante, Camara (73' Matic), Zalewski (73' Belotti); Zaniolo, Pellegrini (53' Volpato); Abraham.
All.: Mourinho
LAZIO: Provedel; Lazzari (69' Hysaj), Casale, Romagnoli, Marusic; Vecino, Cataldi, Luis Alberto (71' Basic); Pedro (69' Cancellieri), Felipe Anderson, Zaccagni (84' Romero).
All.: Sarri
Arbitro: Orsato.