Redazione Calciomercato
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Roma, Ranieri cura tutti: 7 esempi e la rivelazione di Cristante
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E’ un signore del calcio che vede dei lavori in corsa, più che in corso. Lavori che funzionano. La Roma è un cantiere che funziona, dove tutti vogliono fare il proprio e anche di più.
Siamo chiari: il Monza che arriva all’Olimpico è in una situazione critica, mentale, di classifica e di infortuni, ma al di là dell’avversario, la cosa più lampante oggi della Roma è voglia di partecipazione. Tutti vogliono la palla e “rosicano” per dirla alla romana, se un compagno sceglie un altro. E’ un appetito figlio di Ranieri, figlio di quel “devono ricordarsi dov’erano 102 giorni fa, devono ricordarselo perché ora possono pensarci col sorriso”. Ranieri ha raccolto un gruppo sano, che però non stava bene. Ha “curato” i giocatori, responsabilizzandoli e ora se li gode.
Nel corso della serata ci sono state tante piccole cose che raccontano questo spirito. C’è ad esempio Manu Koné, abbracciato e mandato a sedersi proprio da Ranieri perché a scaldarsi ci sono già troppi giocatori e più di 5 per volta non si può. Ma Koné voleva entrare.
C’è la fretta di Dybala nel togliersi la tuta e sistemarsi i parastinchi, una volta che Ranieri decide di farlo entrare. Dybala oggi gode di un affetto inscalfibile in città, ha deciso la partita col Porto, una serata di riposo se la sarebbe anche potuta prendere e invece no. Entra di corsa, perché in questa Roma si DIVERTE.
C’è la faccia di Baldanzi al momento del cambio: nessuno vuole uscire, tutti vogliono giocare. Poi quando vedi sul cartellone luminoso che il numero verde è il 21, allora anche la delusione passa.
Quando ci si lascia si parla di gradi di separazione. E quando invece ci si ritrova? “I gradi di unione” di Ranieri sono stati e sono calma-ordine-fame-entusiasmo. La calma che ha riportato nello spogliatoio, tanto da far tirare un sospiro di sollievo a uno come Gianluca Mancini, la prima volta che l’allenatore della Roma ha riaperto la porta di Trigoria.
L’ordine, perché Claudio Ranieri oggi ha 73 anni, aveva annunciato il ritiro, ma oggi è ancora tremendamente allenatore, più che mai. Lo è quando a Saelemaekers, appena prima del gol, dice di partire largo, ma di entrare dentro il campo, pur sul piede debole. 1-0.
Lo è anche quando allo stesso Saelemakers, chiede di avvisare Soulé, “che venga a giocare a destra, scambiatevi”, in una sorta di 4-4-1-1, con gli esterni adesso a piede invertito. E la prima palla che l’argentino gioca, 10 secondi dopo, è l’assist per il 2-0 di Shomurodov.
E poi Claudio Ranieri è allenatore perché ha curato lo spirito dei suoi giocatori: Shomurodov ne è un esempio. Appena dopo il 2-0, Ranieri chiama con lo sguardo il suo attaccante, non gli dice nulla, tira semplicemente un grande respiro. Come a dirgli: finalmente l’hai buttata dentro, ora togliti questo peso dalle spalle. L’uzbeko, cui Ranieri “vuole un bene dell’anima” non segnava in A da agosto.
E la stessa scena si ripete all’88’, quando a segnare è Cristante, di testa, in girata su calcio d’angolo. Quando la palla entra, Ranieri fa cadere le braccia lungo i fianchi, come a dire: finalmente Bryan. I due si cercano con lo sguardo a metri di distanza e se la ridono. Lo stesso centrocampista a fine partita mi dice: “Prima della partita il mister me l’aveva proprio chiesto: “Ma quand’è che mi fai un gol su calcio piazzato?”. Ranieri ha poi aggiunto: “E’ talmente forte ad attaccare il primo palo, che non era possibile non segnasse”.
Sono Lavori in corsa e ora nel cantiere di Ranieri tutti fanno il proprio e anche di più.
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Ranieri è quello che era Heynkess al Bayern del post Guardiola in poi. Situazione degradante ai q...