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    Roma, ma quali Elefanti: in attacco due pachidermi

    Roma, ma quali Elefanti: in attacco due pachidermi

    • V.N.
    Ma siamo così sicuri che dalla Coppa d’Africa sia tornato Gervinho e non Pippinho? E che insieme a lui sia arrivato a Roma il vero Doumbia e non Pocarobbà? Impensabile, del resto, che quei due ivoriani visti in azione ieri al Bentegodi siano gli stessi che, seppur con differenti meriti, hanno portato gli Elefanti sul tetto africano. Elefanti? Due pachidermi, forse. Gervinho, due reti in campionato (una meno di Boakye dell’Atalanta e di Okaka della Samp), non sta in piedi, non scatta, non ha la forza di dribblare nessuno, neppure se stesso. 

    Il gol segnato contro il Feyenoord aveva illuso un po’ tutti: riecco Gervais, s’era detto, ma pochi giorni dopo siamo tornati al nulla. Contro il Verona una prestazione semplicemente inguardabile, ricca soltanto di cose brutte. Una presenza che non ha lasciato alcuna traccia. E, tutto sommato, non si capisce come mai Rudi Garcia non l’abbia sostituito, spedendolo negli spogliatoi per far entrare un compagno meno imbambolato. E così, tra Coppa d’Africa e post Coppa d’Africa, Gervinho continua a non aiutare la Roma: si faceva grande affidamento sul suo ritorno nella capitale dopo la coppa, ma – anche se di nuovo a Roma – Gervais è rimasto a casa sua, in Costa d’Avorio. Che fine ha fatto il Gervinho vero, quello che vinceva (quasi) da solo le partite o che alle brutte le indirizzava verso la sponda giallorossa? Mistero.

    COLPE E COLPEVOLI - Doumbia merita un discorso a parte, perché lui è forse il meno colpevole di quanto di brutto gli sta capitando. Non si è allenato per mesi, poi è stato sbattuto in campo come se fosse al top della condizione. E, ovviamente, non l’ha beccata mai. Brillando per goffaggine. Un corpo estraneo? Macchè. Peggio… In tre apparizioni, seppur parziali, non è ancora mai riuscito ad inquadrare la porta avversaria, per dirne una. Lui va in profondità, ma gli danno la palla corta. Lui va incontro alla palla, ma lo servono in profondità. Un disastro? Un disastro. Ma, lo ripetiamo, Doumbia non è il principale (unico) colpevole. Certo, fa molto effetto pensare che lui sia stato preso per rinforzare la Roma: alla prova dei fatti, per ora non l’ha affatto migliorata. Serviva uno spaccaporte, un centravanti dal gol facile, un re dell’area di rigore invece è piombato a Roma un uomo alla disperata ricerca della forma perduta. Continuare a ripetere, come fa il ds Sabatini, che sono stati sbagliati (solo) i tempi del suo acquisto non aiuta nessuno, in primis la Roma. Lo riporta Il Messaggero.

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