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    Romamania: "Stagione già finita". Juric non guarda in faccia la realtà, c'è un vuoto di  potere, idee e speranze

    Romamania: "Stagione già finita". Juric non guarda in faccia la realtà, c'è un vuoto di potere, idee e speranze

    • Alessandro Austini

    Con dieci punti conquistati in otto partite, soli otto gol segnati, il decimo posto che può diventare undicesimo, la prospettiva di andare a giocare a Firenze dopo l’impegno di coppa, il ritornello del popolo romanista è: “La stagione è già finita”. La realtà, se possibile, è ancora peggiore: questa stagione non è mai iniziata. 

     
    Partita col mercato incompleto e poi travolta dal terremoto dell’esonero insensato di De Rossi, la Roma è una squadra completamente svuotata di fiducia ed entusiasmo. Gioca dando l’impressione di non crederci e di non essere in grado di sfruttare le occasioni che, di volta in volta, le partite comunque le presentano. Va in vantaggio a Genova e si fa rimontare alla fine, domina con il Monza e non riesce a vincere, affronta un’Inter non al top e costretta a cambiare due giocatori infortunati nel primo tempo e finisce per perdere anche questa, regalando un gol e mostrandosi a quel punto incapace di reagire. 
     
    Juric continua a rivolgere complimenti iperbolici ai giocatori ma è come se si rifiutasse di guardare in faccia alla reale situazione di una squadra smarrita, contestata, slegata. E che anche quest’anno sembra destinata a guardare gli altri qualificarsi alla Champions. Impensabile oggi competere con rivali come Napoli, Inter, Juventus, Milan e Atalanta. Continuando così, il rischio è di finire dietro anche le squadre teoricamente meno attrezzate come Lazio e Fiorentina. 
     
    Anche il tecnico ci sta mettendo del suo. Perché insistere su Angelino centrale di sinistra e non puntare su Hermoso o Hummels, auto-costringendosi a mandare in campo Celik e Zalewski contemporaneamente? Perché non cercare una via per utilizzare due mezzali vista l’abbondanza di soluzioni nel reparto? 
     
    Se si vuole individuare le principali responsabilità, però, non si può non pensare alla società. Gira che ti rigira, si torna sempre lì, all’assenza totale di una proprietà lontana, lenta nel trovare soluzioni, salvo quando decide all’improvviso di esonerare un allenatore che almeno fungeva da garante nei confronti della piazza. Da settimane vanno avanti colloqui per il nuovo Ceo ma ancora non c’è, l’unica voce del club parla in francese. La Roma di oggi è vuota di potere, idee, speranze. E la squadra che va in campo è la naturale conseguenza di questa situazione senza precedenti. 
     
    La Curva Sud inizialmente vuota, gli striscioni di protesta che non ottengono risposta, la tribuna autorità riempita più dai dirigenti dell’Inter che da quelli romanisti restituiscono l’immagine del momento di totale smarrimento. Non c’è un presente e, soprattutto, una prospettiva. 
     

    Commenti

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    Taribo82
    Taribo82

    MA NON ERA TUTTA E SOLO COLPO DI MOURINHO?

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