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    Roma, la differenza con il Napoli c'è e si vede tutta: in campo e sul mercato

    Roma, la differenza con il Napoli c'è e si vede tutta: in campo e sul mercato

    • Paolo Franci
    Compatti. Combattivi. Eppoi sì, vero, i giocatori si sono aiutati molto e da questo punto di vista è stata “un'ottima partita”, dice Di Francesco. E quindi, sentenzia l'allenatore a fine gara, un grande classico, tipico di partite come questa: “Guardiamo al bicchiere mezzo pieno”. Sì, sì, io il bicchiere lo guardo. Lo stesso bicchiere nel quale il Napoli ha infilato la Roma randellandola per 90 minuti più recupero. 

    Dai, siamo onesti e obiettivi: il punto è stato più che casuale, perché di solito partite così finiscono con un punteggio inappellabile quanto netto, a favore di chi va d'assalto e domina come ha fatto il Napoli. Io ho visto due squadre: una organizzata, veloce, martellante nel recupero del pallone sulla trequarti e un'altra messa lì dietro a resistere il più possibile sperando che vada bene. Poi, certo, se si guardano le cose attraverso la filigrana del risultato, ovvio che un pareggio a Napoli è roba d'alta gioielleria, figuriamoci per chi le ha prese in casa con la Spal. 

    La differenza tra Napoli e Roma, in generale, è nella filosofia del club. Il Napoli ha smesso di cedere i giocatori più forti nel tentativo di vincere e pur non facendo fuoco e fiamme sul mercato, ha preso un gran bel pezzo come ad esempio Fabian Ruiz. La Roma invece... beh, la sua filosofia la puoi vedere nei tanti giocatori con le maglie dei club di mezza Europa. Quindi, la parola chiave che disegna la differenza è: continuità. La stessa continuità che Di Francesco cerca nei risultati e nelle prestazioni, non riuscendo a ritrovarla. 

    Ora, non sono severo con la Roma vista a Napoli in nome di chissà quale crudele prospettiva, ma più semplicemente perché è bene che ci si renda conto, fino in fondo, di come è arrivato quel punticino. Illudersi che sia stato frutto della competitività della squadra e non, ad esempio, dell'incapacità di arrivare puntuali sui cross del Napoli, o di metterla dentro da due passi di Insigne, sarebbe un errore fatale, il vero peccato dell'illusione. 

    Meglio, invece, guardarsi allo specchio e scoprirsi ancora convalescenti e alla ricerca della via del gioco perduto. Perché la Roma non sta giocando bene. Lo fa ogni tanto, poi cade. E così, proprio come dice l'allenatore: “E' difficile arrivare all'obiettivo di una piazza Champions”. Quindi, nessuno “bicchiere mezzo pieno”, ma una squadra che, con umiltà, dovrà lavorare rendendosi conto che coloro che erano alla pari negli anni scorsi – il Napoli – per ora viaggiano su altri binari. 
     

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