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Roma, l'agenda di Pallotta: dallo stadio ai rinnovi di Spalletti, Totti e De Rossi
SPALLETTI - Pallotta parlerà con Spalletti per capire direttamente da lui le sue intenzioni. Come si legge sul Corriere dello Sport, i dirigenti continuano a ritenere che possono aspettare fino giugno per sapere se il tecnico accetterà il prolungamento di contratto che gli è stato proposto già all'inizio della stagione, ma per preparare i programmi bisogna anticipare i tempi. Pallotta si fida molto dei suoi collaboratori, è soddisfatto del lavoro di Baldissoni e Gandini, ascolta sempre i consigli di Baldini. E' meno presente Alex Zecca, il suo uomo di fiducia, che prima era sempre molto vicino alla squadra. Zecca era stato uno dei primi collaboratori di Pallotta a indicare il nome di Spalletti per il dopo-Garcia ed era presente al primo incontro con il tecnico a Miami nel gennaio scorso.
DE ROSSI - Per quanto riguarda i contratti dei giocatori, i più urgenti sono quelli di De Rossi e Totti, in scadenza a giugno. Con il primo c'è già un'intesa per arrivare al rinnovo, deve ancora essere fissato però l'incontro con il suo procuratore.
TOTTI - Per il capitano il discorso è diverso: deve essere Totti a decidere il suo futuro e ne parlerà con il presidente in quei giorni. Francesco si sente di giocare un altro anno, ma con prospettive diverse da quelle di questa stagione. Totti vuole capire meglio cosa gli riserverà il ruolo di dirigente dietro la scrivania. Perchè oltre alla postilla inserita al momento di firmare l'ultimo contratto (una figura di primo piano nell'area tecnica), i compiti devono ancora essere definiti.
SPONSOR - Pallotta affronterà con i dirigenti anche il tema dello sponsor: la Roma ha ricevuto negli ultimi tempi alcune offerte che sta valutando.
STADIO - Il primo scopo della visita di Pallotta sarà quello di difendere il progetto stadio, sul quale la Roma ha già speso decine di milioni. Non è da escludere un nuovo incontro con la sindaca Raggi. Pallotta ha dato mandato ai suoi collaboratori di dare la massima disponibilità a rivedere le cubature del Business Park anche del 25 per cento pur di arrivare all’accordo definitivo.
VERTICE - Intanto oggi pomeriggio alle ore 14 si vedono in Campidoglio i vertici della giunta, magari completi di sindaco Virginia Raggi e del leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo, e i rappresentanti del club e del costruttore. Mauro Baldissoni per la Roma, Luca Parnasi e i suoi tecnici, i soliti. Non c'è più neppure un'altra settimana a cui rinviare, perché venerdì 3 marzo dovrebbe tenersi l'ultima sessione della conferenza dei servizi, l'organismo che deve dire sì oppure no al progetto di nuovo stadio. A dire la verità, per la prima volta l'assessore regionale al territorio, Michele Civita, ieri ha aperto alla possibilità di una proroga della conferenza dei servizi: "Ora è un esercizio teorico immaginarla. Se però lo chiede il proponente e tutti sono d’accordo, si valuta". Quanto alla vicenda del vincolo imposto dalla soprintendenza su tribuna e pista a Tor di Valle: "Dobbiamo prendere visione del parere dello Stato, che è unico".
SI TRATTA - Per la Roma sembra ci sia una sola strada: raggiungere un accordo a prova di bomba con l'amministrazione dei 5 Stelle, quindi presentarsi a braccetto con il Comune in conferenza dei servizi e vedere. Gira voce di una controproposta dell'amministrazione basata su un più sostanzioso taglio delle cubature (sotto i 700mila metri) e conseguente rinuncia a una parte di opere pubbliche. Ma questo metterebbe in pericolo l'intero iter. Una proroga di due mesi potrebbe essere un sistema per affrontare con più calma i problemi, compreso quello del vincolo, che oggi come oggi blocca qualsiasi possibilità di costruire. Ieri Parnasi ha aperto alla stampa Tor di Valle, per dimostrare quanto sia fragile la tesi del bene artistico da tutelare. E c’è riuscito: immondizia dovunque, strutture in rovina, netta percezione del rischio di nuovi cedimenti.
5 STELLE - Grillo ieri ha partecipato a una tesa riunione interna del Movimento. Lui vorrebbe che il progetto si realizzasse, ma continua a rilasciare dichiarazioni più enigmatiche di quelle di Luciano Spalletti. Prima ironizza sulle torri, poi sostiene di non aver lasciato disposizioni sul tavolo, infine gigioneggia sugli attivisti contrari allo stadio: "Non so che cosa siano gli attivisti. Chiamiamoli cittadini. Sono a favore o a sfavore di una cosa che non conoscono. Ma resteranno soddisfatti, glielo dico io". Tra ostacoli che spariscono e ricompaiono non sembra più tanto irreale la proposta del sindaco di Fiumicino, Esterino Montini: "Facciamolo qui, dove non ci sono problemi di vincoli o piano regolatore, abbiamo due autostrade, due ferrovie e l’aeroporto a un passo". Dubitiamo che avrà seguito, ma è un’idea più allettante di quanto sembri.