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    Roma: Iturbe, un fuoco di paglia

    Roma: Iturbe, un fuoco di paglia

    C'era una volta Juan Manuel Iturbe. Un animale da contropiede, incontenibile sullo scatto, fondamentale per sfruttare le praterie in campo aperto che il Verona di Mandorlini creava con un assetto tutto difesa e ripartenze. Sembrava lui il segreto della rinascita di Luca Toni e in pochi, al momento del suo addio all'Hellas, avrebbero scommesso su un'altra stagione da bomber del veterano e su un flop dell'argentino con la maglia della Roma. Il campo ha dato invece risposte totalmente diverse: i 22 milioni (più 2.5 di bonus) spesi dal club giallorosso per assicurarsi le prestazioni del nativo di Buenos Aires, fin qui, non sono stati ripagati dalle prestazioni. I 45 minuti con il Bate Borisov, pessimi non solo per lui, rappresentano forse il punto più basso dei suoi mesi capitolini, con Rudi Garcia che ha preferito inserire un terzino come Torosidis al suo posto per provare a tornare in partita.

    DUE ACUTI E NULL'ALTRO - Nel primo anno agli ordini del tecnico francese, l'argentino era partito forte, con un gol al CSKA Mosca e la rete del momentaneo 1-2 nel discusso scontro al vertice con la Juventus. Poteva essere l'inizio di un amore, si è rivelato un fuoco di paglia. I problemi fisici ne hanno frenato l'ascesa nella prima parte di stagione e, una volta rientrato, Iturbe ha trovato tutt'altra Roma. Confusa, appannata, costretta a infrangersi contro i muri eretti dagli avversari e per nulla sorretta da un impianto di gioco affidabile. Se l'impegno, da parte di Iturbe, non è mai mancato, sono sicuramente mancate le giocate, anche se negli occhi dei tifosi resta il guizzo nel derby: un tap-in su cross di Ibarbo per aprire le marcature nella delicatissima stracittadina di ritorno, poi decisa da Mapou Yanga-Mbiwa.

    UN PROBLEMA FRA I PROBLEMI - Con gli arrivi estivi di Dzeko, Iago Falque e Salah e la mancata cessione di Gervinho, Iturbe ha gradualmente perso posizioni nelle gerarchie di Rudi Garcia, pur con un concorrente in meno sulle corsie come Florenzi, stabilmente arretrato a terzino visti i problemi fisici di Maicon. Walter Sabatini aveva praticamente concluso il suo passaggio al Genoa, dove probabilmente Juan Manuel avrebbe potuto ritrovare fiducia e un sistema di gioco in grado di sfruttarne le doti: Gasperini rimane il tecnico ideale per valorizzare gli esterni d'attacco. All'ultimo istante, però, il ds romanista ha optato per la retromarcia, blindando nuovamente l'argentino. Il gol nel finale di gara con il Frosinone aveva probabilmente illuso i tifosi ma le prove opache contro Sassuolo (dall'inizio) e Carpi (a partita in corso) hanno subito spento gli entusiasmi. Nella notte di Borisov, il naufragio di Iturbe si è mescolato con quello di una squadra in crisi, lontana parente di quella che aveva incantato l'Italia nel primo anno di Garcia. L'attaccante avrà altre occasioni per dimostrare il suo valore, visti i forfait di Totti e Dzeko, ma non avrà più modo di sprecarle: il tempo stringe anche per lui.

    Francesca Schito

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