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Roma, Florenzi: 'Bonucci? Juve più debole, le invidio gli scudetti. Su Totti...'
Roma-Juve è la sfida del giorno, anzi forse della settimana, visto che quella quelle con Paris Saint-Germain e Barcellona avevano un maggiore appeal internazionale, ma non avevano il sapore della rivalità tutta italiana. Così, nella cornice di Foxborough, 35 chilometri a Sud-Est di Boston, andrà in onda il primo Juve-Roma della stagione, che sarà anche il primo senza Francesco Totti in campo.
A scaldare gli animi ci ha pensato Alessandro Florenzi, in un'intervista a La Stampa: "Totti ci manca, come persona, compagno, capitano: ci avevo fatto tutti i ritiri. Se ci ho fatto l’abitudine a vederlo dietro la scrivania? Veramente no, perché ancora non l’ho visto. Ma ci starà vicino e per noi sarà un gran vantaggio. Cos'è stato per me? È entrato in tanti miei sogni. Lo vedevo quando facevo il raccattapalle, al mio esordio sono entrato al suo posto e mi ha fatto l’assist per il mio primo gol: potevo chiedere di più? Penso che sono stato fortunato a vivere quel che è stato Francesco, i suoi anni, la sua fine calcistica, toccante, per tutti quelli che amano il calcio. Ora lo vivrò da dirigente e sono sicuro che farà il meglio per la Roma, come ha sempre fatto".
L'ESORDIO - "Di Francesco, ricordo uno sguardo e il suo sorriso, per stemperare la tensione, che ovviamente era solo mia. E in allenamento? All’inizio un po’ di soggezione, perché hai paura di sbagliare, anche solo un passaggio. Ma lui e Daniele De Rossi sono sempre stati fenomenali, perché ti fanno sentire a tuo agio, come se ti allenassi con loro da anni. Se sognavo di diventare Totti? Sognavo di diventare un giocatore della Roma, ma non certo lui, e neppure capitano. Averlo fatto, è già stata tanta roba".
TALENTO - "Dopo Totti, che definizione di talento mi resta? Un giocatore che ha gli occhi di dietro, riesce a vedere cosa succede alla sue spalle, anche prima degli altri. Questa è la mia definizione di talento. Se ho mai provato a imitare qualche suo colpo? (sorriso) Me faccio male.
L'INFORTUNIO - "Il recupero? Bene, diciamo che l’ho presa con filosofia. E con il giusto tempo, anche dopo il primo infortunio, perché nel secondo c’è stata una casualità. Non è vero che ho voluto forzare i tempi".
PRONOSTICI - "Juve più debole senza Bonucci? Sì, perché è un uomo di carisma e personalità, che a loro leva tanto, anche se restano una squadra formidabile, quella da battere. Però, togliere Bonucci sarebbe come levare De Rossi alla Roma. Daniele è il raccordo di tutto".
RUDIGER E SALAH - "Sono stati molto importanti, ma speriamo che siano e sono rimpiazzati da giocatori altrettanto forti".
BUFFON - "Ho sempre ammirato Buffon, per l’uomo che è. E me l’ha dimostrato in Nazionale".
NAINGGOLAN - "Il più forte centrocampista del campionato e forse non solo di quello italiano".
LOTTA CHAMPIONS - "Il Milan e soprattutto l’Inter, che non ha le coppe, possono dire la loro, ma noi siamo pronti a dar battaglia a tutti".
ALLENARE LA ROMA - "Difficile? Non lo dico io, ma gli anni: qui si passa dalle stelle alle stalle. Ci sono tante radio, tv, siti, che ogni giorno parlano di tutto, anche delle cose più banali. Ti devi concentrare".
JUVE - "Alla Juve cosa invidio? Gli scudetti".
CAPITANO - "Totti è leggenda, De Rossi capitano, io come mi vedo?
(sorriso) Non ne ho idea, ma di certo vorrei essere nella Roma che vince uno scudetto".
(sorriso) Non ne ho idea, ma di certo vorrei essere nella Roma che vince uno scudetto".