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    • Roma, Pellegrini e Mancini hanno chiesto di richiamare De Rossi: il retroscena sui colloqui con Souloukou

    Roma, Pellegrini e Mancini hanno chiesto di richiamare De Rossi: il retroscena sui colloqui con Souloukou

    • Redazione CM
    Non si placa in casa Roma la rabbia e la delusione per l'esonero di Daniele De Rossi, sollevato dal suo incarico di allenatore della prima squadra, o meglio, esonerato in tronco soltanto 3 mesi dopo la scelta di rinnovare il suo contratto per 3 anni fino al 30 giugno 2027 a 3 milioni di euro all'anno per colpa, secondo quanto scritto dalla società nel comunicato ufficiale, degli scarsi risultati e per tutelare la squadra. Con il passare dei giorni e in seguito anche alle numerose proteste dei tifosi, proprio la squadra ha iniziato ad esporsi non solo pubblicamente attraverso i canonici messaggi social, ma anche con la società, chiedendo a gran voce il ritorno di DDR in panchina al posto del neo-entrato Ivan Juric.


    PELLEGRINI E MANCINI DALLA SOULOUKOU -     In città la figura di riferimento di casa Roma più criticata è stata inevitabilmente l'amministratore delegato Lina Souloukou, autentica plenipotenziaria della famiglia Friedkin (seppur presente nella capitale sia con Dan che con Ryan) e protagonista della rottura con De Rossi con cui il rapporto si è deteriorato in fratta. Secondo il Corriere dello Sport è a lei che i due senatori più importanti dello spogliatoio, Gianluca Mancini e il capitano Lorenzo Pellegrini, con delega datagli da tutti i compagni, si sono rivolti nella giornata di ieri per provare a farla tornare su i suoi passi e richiamare De Rossi.

    IL RETROSCENA SUI COLLOQUI - Sempre dalle stesse pagine, tuttavia, emerge come la decisione di esonerare De Rossi non sia stata poi così fulminea dato che nei giorni precedenti, addirittura anche prima della gara contro il Genoa, la dirigenza giallorossa aveva scelto di intraprendere dei colloqui individuali con molti dei tesserati e volti a chiedere a tutti la stessa domanda: che rapporto c'era con l'allenatore. Nessuno, pare, lo ha infine tradito, ma la scelta era già maturata nella testa della società e l'addio è diventato, dopo il Genoa, inevitabile.

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