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    Roma: c'è la fila per Calafiori. Fonseca snobba i giovani, la strategia sul mercato

    Roma: c'è la fila per Calafiori. Fonseca snobba i giovani, la strategia sul mercato

    • Emanuele Tramacere
    La Roma non guarda più ai propri giovani. Uno dei settori giovanili più floridi degli ultimi 20 anni sta vivendo oggi il proprio periodo più discusso e non tanto per la mancanza di talenti, ma per la difficoltà che il club ha nel lanciare i propri ragazzi in prima squadra. Un processo che è iniziato con le difficoltà dell'anno scorso, ma che si è acuito ancor di più da quando è arrivato in panchina Paulo Fonseca. 

    NESSUN CONVOCATO - Anche ora in cui la ripartenza del campionato di Serie A è alle porte e vedrà un tour de force incredibile per tutte le squadre, l'allenatore portoghese ha scelto di non convocare ed aggregare in prima squadra nessuno dei talenti più pronti della Primavera. Solo il 4 portiere Cardinali è stato infatti portato insieme ai grandi e all'intera formazione giovanile è stato semplicemente detto, a campionato di fatto ancora bloccato, di tornare ad allenarsi per eventuali emergenze. Nessuna chance quindi per Darboe, Estrella, Alessio Riccardi e, soprattutto Riccardo Calafiori per cui la Roma ha già varato una strategia di mercato.

    C'E' LA FILA - Il terzino sinistro classe 2002 è tornato da poco dal secondo infortunio ai legamenti crociati, ma resta in fortissima rampa di lancio. Era considerato uno dei migliori prospetti del vivaio e sta tornando ad alti livelli tanto che sì, la Roma lo ha blindato con un contratto da professionista, ma sta anche prevedendo una ricca cessione estiva. Per Calafiori, assistito dalla famiglia Raiola, c'è già la fila. Il Paris Saint Germain e il Manchester United hanno contattato gli agenti, ma non è escluso che per lui, come accadde anche per Luca Pellegrini (altro assistito di Raiola che l'anno scorso approdò alla Juve), la Roma accetti di inserirlo come eventuale contropartita tecnica in uno scambio in Serie A. In sostanza l'obiettivo resta quello di sistemare il bilancio anche e soprattutto attraverso il sacrificio di giovani ragazzi del vivaio. Ma senza valorizzarli attraverso il campo è davvero la scelta più sensata?

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