Esattamente come successe lo scorso anno con Luis Enrique,Franco Baldini lega ancora il suo destino all’allenatore. All’epoca difese così il tecnico asturiano («Il supporto è totale e ne sono così tanto convinto che il mio futuro è legato al suo»), ieri a Raisport ha confermato Zeman fino alla fine della stagione: «Il Torino non sarà la sua ultima spiaggia perché la squadra si riprenderà e lo farà con questo tecnico. Poi, a fine anno faremo il bilancio». Considerando che a fine settembre disse «se anche Zeman si rivelerà una scelta sbagliata, qualcuno mi presenterà il conto. O lo farò da solo», viene da sé come adesso il destino dei due sia legato a filo doppio. O paradiso o inferno, vietato galleggiare ancora a lungo nella mediocrità del purgatorio.
Verso il Toro Zeman, dal canto suo, sta preparando la sfida con il Torino facendo i conti con le squalifiche (De Rossi, Burdisso e Tachtsidis), pronto a rilanciare Pjanic e studiando qualche novità in difesa (ieri ha riprovato Dodò a sinistra, con Balzaretti a destra, ma anche il baby Romagnoli al fianco di Marquinhos, per una coppia di centrali con un’età media di 18 anni). «I risultati sono deludenti, inutile negarlo, mi aspettavo almeno 7-8 punti in più — dice il d.g. della Roma, che ieri ha tenuto a rapporto la squadra con Sabatini —. Il motivo? La fase offensiva la conosciamo a memoria, quella difensiva no. Ma i nostri difensori sono tutti nuovi, tranne Burdisso che viene, però, da un lungo infortunio».
Poi, Baldini torna sulle difficoltà di Zeman, con la Roma che è la peggior difesa della Serie A (23 gol subiti come Chievo e Pescara, ma con una partita «reale» in meno). «È vero, i risultati finora dicono che scegliere lui è stato un azzardo, ma noi ci crediamo ancora. A Pescara lo avevamo seguito e aveva una fase difensiva buona. Perché lui e non Montella? Parlarne ora, con la Fiorentina avanti di 7 punti, fa sembrare la scelta discutibile. Ma volevamo un tecnico che desse spettacolo, come sta facendo. Mi piacerebbe che avesse un tempo per essere giudicato». A quanto affermato ieri, ci sarà. E — a meno di disastri inenarrabili — arriverà fino al termine della stagione.
Non si tocca Sciolto un equivoco, Baldini si dedica agli altri: «Destro avrà presto lo spazio che merita, è uno degli investimenti della società, investimenti che hanno bisogno di tempo», Già, ma il vero dubbio è un altro: Daniele De Rossi che fa? «L’onestà è un vizio, sono stato incauto a pronunciare quelle frasi su di lui prima del derby, anche se Daniele mi ha assicurato che la sua reazione con la Lazio non è stata influenzata dalle stesse. Ho espresso il parere di un manager. Ora, però, lo dico una volta per tutte: non vogliamo cedere De Rossi e lo abbiamo dimostrato quest’estate. Se lui è contento? Dopo questa settimana sarebbe dura esserlo, ma se le cose succedono è perché le persone sono felici di farle». Baldini, invece, le sue le chiude così: «Le responsabilità sono mie, non degli americani, che non possono essere incolpati solo perché non sono qui e non pontificano tutti i giorni. Se resterò? Ho preso un impegno con Pallotta e ci metterò tutte le forze. Non sono felicissimo, è chiaro, ma Pallotta sa che se non è soddisfatto, non deve fare altro che dirmelo».