Rodriguez già pazzo del Milan: 'Qui c'è amore. Punizioni? Io e Calhanoglu...'
CONDIZIONI - "Sto bene, devo fare dei massaggi regolarmente ma nessun problema. Sono in forma".
PRIMA IMPRESSIONE - "Ottima. È una squadra molto buona, io so che posso migliorare nella tattica e in mille altre cose. Imparare mi piace".
SINISTRA O CENTRO - "Credo che starò a sinistra, mi hanno cercato per questo e il mio calcio è lì. Il Milan però sa che per sei mesi ho fatto il centrale, se serve sono pronto. Montella sta provando la difesa a tre o a quattro? A quattro, sempre a quattro".
MIGLIOR QUALITA' - "La tranquillità nella gestione della palla".
AVVERSARIO PIU' FORTE INCONTRATO IN FASCIA - "Forse Robben. Con lui è sempre una partita nuova, è molto rapido, tu sai che farà quella finta ma devi concentrarti sempre, altrimenti ti va via. Però anche Messi, Di Maria, Coman, Douglas Costa...".
STAGIONE NEGATIVA - "Abbiamo cambiato tre allenatori e questo è stato un problema. Poi non so, i giocatori non avevano la voglia di vincere sempre, tutta la squadra giocava male... e anche io. Non funzionava e non so il perché. La verità è che nel calcio c’è sempre una lezione da imparare".
PERCHE' LA SERIE A - "Volevo l’Italia, ora sono felice. Era il mio sogno. Qui c’è amore per il calcio e io amo il calcio".
PERCHE' IL MILAN - "C'era anche l'Inter? Sì, due-tre club mi hanno cercato ma quando è arrivato il Milan non ho avuto dubbi".
TIFOSI - "Sento che i tifosi qui amano il club, l’ho capito subito, appena sono arrivato. Mi dicono 'vai Ricky che vinciamo quest’anno' oppure mi scrivono su Instagram, su Facebook: 'Andiamo a vincere tutto'".
PUNIZIONI - "Chi tira, io o Calhanoglu? Io o lui, possiamo tirare entrambi... Ne abbiamo segnate tante in passato: chi si sente meglio, calcia. E poi qui c’è tanta qualità: possono tirare anche altri".
FANTACALCIO - "Sì, non so bene come funzioni il gioco in Italia ma mi posso consigliare".
AMICHEVOLE IN SVIZZERA - "A papà piaceva molto il calcio, lui e mia mamma aiutavano sempre me e i miei due fratelli, che oggi giocano in Svizzera. Il problema è che ci allenavamo tutti in posti diversi. Uno veniva accompagnato da lui, uno da lei e alla fine della giornata ci trovavamo tutti insieme. Anche i miei nonni davano una mano perché la famiglia ci ha aiutato molto. Tutti i miei tatuaggi, anche quelli sul braccio e sul collo, sono dedicati a loro".