Rodman, Maradona e Best: gli eccessi e il talento, l'altra via per l'eccellenza
Vestiti e capigliature stravaganti, piercing, tatuaggi. E l'alcol, il gioco d'azzardo, le belle donne: da Madonna che era pronta a pagarlo 20 milioni per avere un figlio con lui fino a Carmen Electra, protagonista di una folle fuga a Las Vegas in piena stagione sportiva. E prima ancora, il tentativo di suicidio in auto. Quando si parla di Rodman, di tutto si tratta tranne che di normalità. Perché proprio quella vita al limite è stata una parte del suo successo. "E' diverso dagli altri" dice di lui Phil Jackson, coach che a Chicago capì la necessità dell'ala grande di dare briglia sciolta ai propri impulsi di tanto in tanto, in una squadra in cui Michael Jordan era il centro di gravità e Scottie Pippen la costante. Quegli sfoghi, quegli eccessi, erano quel che serviva per bilanciare l'estremo agonismo di The Worm e il suo costante impegno in allenamento e campo, quel campo che lo aveva salvato da una vita disgraziata. "Avrei potuto essere una bomba, finire in prigione, morire. Ma mi sono fatto il culo per arrivare qui" è forse la frase che meglio fotografa la condizione di Rodman. Per cui la folle fuga a Las Vegas, con His Airness in persona costretto ad andare a recuperarlo per riportarlo al centro d'allenamento, era il toccasana fondamentale per poi vivere il finale di stagione da protagonista, fino al secondo Three Peat dei Bulls. Una condizione non unica nello sport e sconfina in altre discipline, specie in quel calcio che in questa emergenza coronavirus manca a tutti i suoi appassionati.
Tanti anche nel mondo del pallone hanno preso le prime pagine dei quotidiani sportivi per la loro fama da bad boys fuori dal campo: Paul Gascoigne è sicuramente uno degli esponenti più celebri in questo senso, una vita senza freni che ha purtroppo portato l'ex centrocampista di Newcastle, Tottenham e Lazio a gravi problemi soprattutto negli ultimi anni. E qui in Italia ci ricordiamo Adriano, mentre in tempi più recenti Radja Nainggolan e Mario Balotelli si sono presi le copertine dei tabloid in più di un'occasione. Pochi hanno saputo abbinare a una vita sregolata fuori dal campo una carriera di grandissimo successo, pochi possono dire che la loro 'diversità' professionale sia stata realmente parte integrante, imprescindibile per la loro storia.

DIEGO MARADONA: Pensi a genio e sregolatezza e pensi a Diego Armando Maradona. A Napoli ha toccato il cielo, con due scudetti (il primo dopo il Mondiale conquistato con l'Argentina), una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa Uefa. Ma anche la vita notturna e la cocaina, che nel 1991 gli costò la squalifica.
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WAYNE ROONEY: Capitano e leggenda del Manchester United, personaggio tra i piĆ¹ gettonati anche sui tabloid inglesi. Alcol e guida in stato di ebbrezza, gioco d'azzardo e escort, l'attaccante non si ĆØ fatto mancare nulla. Ma suon di gol e titoli conquistati con i Red Devils, una volta messo piede in campo tutto finiva da parte per lasciare spazio a gol e giocate da campione assoluto.

RONALDINHO: Il talento puro e il suo sorriso, esibito ancora oggi nonostante i guai giudiziari. I suoi piedi hanno incantato il mondo, ma il Gaucho non si ĆØ mai risparmiato anche in notti brave, dai tempi di Barcellona fino al ritorno in patria e al Messico. E anche al Milan, tanto da far infuriare persino l'allora tecnico Max Allegri.
GEORGE BEST:


PAUL GASCOIGNE: Al Tottenham l'apice di una carriera fatta di magie, gol ed eccessi sfrenati, contro i quali Gazza ha combattuto anche dopo il ritiro dal calcio giocato.