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Rivoluzione Torino: oltre a Mihajlovic, anche il ds Petrachi è in bilico
RINNOVO IN STAND BY - A gennaio Gianluca Petrachi festeggerà gli otto anni da direttore sportivo del Torino, un periodo lunghissimo in un mondo, come quello del calcio, dove si cambia spesso e con facilità: una prova, questa, di come il suo rapporto con il presidente Urbano Cairo sia ottimo. Nonostante ciò, però, le trattative per il rinnovo del contratto sono ora ferme: il massimo dirigente granata, deluso per come sta andando il campionato della sua squadra, vuole aspettare di capire se il Torino per lo meno lotterà fino alla fine per un posto in Europa. Se così non sarà, quella del ribaltone societario diventerà ben più che una semplice ipotesi.
DALLE PLUSVALENZE ALLE SCOMMESSE PERSE - In questi ultimi anni in nome di Gianluca Petrachi è salito alla ribalta soprattutto per le tante cessioni d'oro fatte: da Angelo Ogbonna, venduto per circa 15 milioni di euro alla Juventus, fino a Davide Zappacosta, la cui cessione al Chelsea ha portato nelle casse granata una trentina di milioni, passando per i vari Alessio Cerci, Ciro Immobile, Matteo Darmian, Bruno Peres, Kamil Glik e Nikola Maksimovic, sono tante le plusvalenze fatte dal direttore sportivo. Ma tante sono anche le scommesse perse, soprattutto quando Petrachi è andato a pescare calciatori all'estero: Pablo Caceres, Dolly Menga, Ruben Perez, Juan Sanchez Mino, Marko Vesovic fino a quei Salvador Ichazo e Alejandro Berenguer, attualmente al Torino, che fino a questo momento si stanno rivelando due autentici flop: l'uruguaiano arrivato per contendere la maglia da titolare a Daniele Padelli è ora addirittura il terzo portiere, lo spagnolo, prelevato in estate dall'Osasuna per 5,5 milioni più uno di bonus, è stato utilizzato con il contagocce da Mihajlovic e quando ha giocato non ha mai convinto.