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Riscatto Napoli e messaggio scudetto a Inter, Milan e Juve. La Lazio domina, ma non fa mai male
A undici partite dalla fine il Napoli esce allo scoperto grazie a un bel secondo tempo e a due gol di Insigne e di Fabian. Alla Lazio, invece, resta un gran bell’inizio, un buon primo tempo e l’illusione del pari raccolto grazie a Pedro a due minuti dalla fine del tempo regolare. Ma non gli è bastato tutto questo. Superato di nuovo a un respiro dalla fine, infatti, ora, vede complicate le sue speranze d’agganciare il quarto posto.
Eppure l’aveva preparata bene, la Lazio, la partita. Pressione alta, cattura del pallone nella metà campo del Napoli e rapidità. Due tocchi e via: ecco, così l’aveva studiata Sarri. Però squadra compatta. La preoccupazione, infatti, era quella di non lasciare troppa profondità allo scatto pericoloso di Osimhen. E la Lazio l’interpreta assai bene la sua parte. Perché tiene palla, palleggia con autorevolezza e arriva dalle parti di Ospina quasi con naturalezza. Come fosse semplice mettere in difficoltà la difesa migliore della serie A.
Insomma, pronti via ed è la Lazio che piace di più. In sofferenza, infatti, il Napoli che quella pressione alta assai male la sopporta. Fa fatica a venir fuori dalle sue zone basse e, non bastasse, spesso non trova neppure la misura giusta nei passaggi. Cosa che, ovviamente, favorisce puntualmente gli avversari. Subisce, dunque, il Napoli. E due volte rischia grosso: quando (6’) Luiz Alberto spreca per centimetri un assist di Felipe Anderson e tre minuti dopo quando, invece, è Immobile a graziare Ospina da vicino. Si salva, soffre, ma resiste il Napoli con Zielinski stavolta più vicino al centrocampo. Anche se non è mai chiaro se per scelta di Spalletti di tornare ai tre là in mezzo, oppure per colpa della Lazio che lo costringe a star più basso. Comunque sia, è la squadra di Sarri che, in linea con le sue ultime e migliorate prestazioni, tiene il campo meglio e gestisce con maggiore sicurezza la partita.
Troppa Lazio, insomma, per questo Napoli che sa bene d’avere tra i piedi un’altra grande occasione per agganciare il Milan in cima alla classifica, ma che come già contro il Cagliari e peggio ancora contro il Barcellona, sembra far fatica a tornare quello d’una volta. Che vuol dire neanche troppo tempo fa. A Insigne e compagnia, infatti, la Lazio lascia solo briciole: un contropiede in avvio frenato da Strakosha, un destro di Zielinski che il portiere congela con bravura, un tentativo di Osimhen che invece rimedia solo l’ennesimo colpo sulla mascherina salva faccia. Cosicché a metà gara la sintesi è breve e facile: Lazio che si dà da fare, corre, s’affatica ma non segna e Napoli che soffre molto in avvio, poi s’assesta sulla linea della resistenza, ma difficilmente “alza la voce”.
E quando si torna in campo il ritornello è sempre quello. Anche se la Lazio sembra voler alzare ancora di più il ritmo per trovare il gol e il Napoli, invece, sembra aver capito di dover assistere meglio e più da vicino Osimhen per tentare il grande colpo. Ma non basta a Spalletti, piuttosto deluso da Zielinski per lo scarso apporto di qualità nella costruzione e anche per i troppi errori nei passaggi. Infatti, una decina di minuti e lo tira via dalla partita puntando sulla voglia e il dinamismo di Elmas. Ma non è lui a risolvere i problemi di Spalletti. No, dopo una parata di Ospina su Felipe Anderson, è Insigne a tirare fuori dal cilindro il destro a sorpresa. Fucilata da una ventina di metri, palla a fil di palo e gol. Il primo gol del capitano su azione.
Gol figlio anche di un Napoli più vivo, vivace, forse pure sistemato meglio in campo, mentre è la Lazio ora a faticare ed a subire. Anche troppo. Tant’è che becca pure un altro gol da Insigne, ma “falso”, stavolta. Ovvero, annullato grazie al Var per un evidente fuorigioco del capitano azzurro su un precedente tentativo di Osimhen. Ma è un segnale pure questo. Il segnale di una Lazio improvvisamente con le idee confuse o, chissà, forse giù di corda per il gran correre nella prima metà gara. Cert’è, è il Napoli che ora tiene il banco della gara e che fa buone geometrie.
Ovvio, Sarri non sta a guardare. E allora, in campo Pedro per Felipe Anderson e poi anche Hysaj per Radu, probabilmente per cercare un po’ di spinta in più a sinistra. Ma costretto a sbilanciarsi, la Lazio rischia grosso quando Politano (80’) sparacchia su Strakosha in uscita. Un Politano stremato dal gran correre e allora ecco la sua sostituzione, assieme a quella di Demme. Fuori loro due e dentro Lobotka per il governo del pallone a centrocampo e Ounas che ha estro e rapidità. Dall’altra parte, invece, Acerbi per Patric e Basic per Lucas Leiva. Tenta il tutto per tutto Sarri, è ovvio. E Pedro gli dà ragione. Dopo essersi visto intercettare un bel tiro da Ospina, infatti, il quasi trentacinquenne spagnolo spara una fucilata col sinistro dal limite dell’area che il portiere azzurro può solo sfiorare.
Pareggio e conti chiusi? Macché. Il Napoli non s’arrende e in pieno extra time, al 94’, torna su con Fabian. Costruiscono Ounas, Elmas e Insigne e conclude lo spagnolo con un sinistro feroce e millimetrico sul quale Strakosha non può veramente nulla. Un gol che vale il primo posto.
:(actionzone)
IL TABELLINO
Lazio – Napoli 1-2 (primo tempo 0-0)
Marcatori: 17' s.t. Insigne (N) 43' s.t. Pedro (L), 45'+4 s.t. Ruiz (N)
Assist: 17' s.t. Elmas (N), 45'+4 s.t. Insigne (N)
Lazio (4-3-3) Strakosha; Marusic, Luiz Felipe, Patric (dal 38' s.t. Acerbi) , Radu (dal 25' s.t Hysaj); Milinkovic-Savic, Leiva (dal 38' s.t. Basic), Luis Alberto; Felipe Anderson (dal 20' s.t. Pedro), Immobile, Zaccagni. All. Sarri
Napoli (4-2-3-1): Ospina; Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly, Mario Rui; Demme (dal 35' s.t Lobotka), Fabian Ruiz; Politano (dal 35' s.t. Ounas), Zielinski (dal 11's.t Elmas), Insigne (dal 45'+5 s.t Juan Jesus); Osimhen. All. Spalletti.
Arbitro: Marco Di Bello – sez. di Brindisi
Ammoniti: 25' s.t. Radu (L), 35' s.t. Immobile (L), 36' s.t. Zaccagni (L), 45' + 4 s.t Ruiz (N)
Espulsi: -