Riposa serena, Julia: eri troppo fragile per reggere la violenza di questo mondo
A te, Julia, andava stretto e ti sentivi soffocare dentro. Siccome eri fiera e orgogliosa non ti andava di parlarne, Anzi, facevi finta che tutto andasse bene e che il tuo essere “diversa” per via del colore della tua pelle rappresentasse un dettaglio insignificante. Però, siccome eri anche tenera e fragile come ha il diritto di essere una ragazzina come te, quando rimanevi sola con te stessa ti piegavi imitando le canne al vento di maestrale e soffrivi fino alle lacrime.
Oppure ti sedevi in terra appoggiando le spalle al muro e cominciavi a perderti dietro i tuoi pensieri e a smarrirti nel labirinto composto da mille domande alle quali non trovavi lo straccio di una sola risposta. Come l’alta notte, a Istanbul, mentre le tue compagne dormivano e tu forse come ultima immagine hai avuto quella di una giovane collega, un poco più vecchia di te, che dieci anni fa si era tolta la vita gettandosi nel Bosforo. Era italiana e si chiamava Giulia come te.
E anche tu, con il cuore infranto come lei. hai deciso di sperimentare che cosa si prova a volare. Ora lo sai. Ma devono saperlo tutti. Per aprire le braccia come fossero ali occorre un coraggio che pochi possiedono. I vigliacchi sono quelli che sopportano senza reagire la violenza soffocante di un abito sbagliato.