Nizar, morto per un chilo di banane nella Tunisia che è diventata un lager
Palac si diede fuoco in piazza Vensceslao, a Praga e da quel giorno i fermenti antisovietici e gli afflati democratici cominciarono a lievitare proprio nel nome e del ragazzo immolato per la libertà. Nizar, ex stella del calcio tunisino, ha scelto la medesima strada infuocata per urlare il proprio dissenso nei confronti di un regime corrotto fino al marciume che ha ridotto la Tunisia al collasso costringendo la gente a fuggire sulle carrette del mare.
Nizar non è scappato. Si è dato fuoco davanti alla sede della polizia dopo aver protestato contro un venditore ambulante che lo aveva truffato vendendogli un chilo di banane marce ad un prezzo tre volte più alto perché così aveva stabilito il nuovo calmiere imposto dal governo. Il giorno in cui vennero celebrati i funerali di Palac duecentomila persone invasero piazza Venceslao con puntati addosso i mitra dell’esercito cecoslovacco e di quello sovietico. Nel momento delle esequie del campione magrebino, le maggiori città della Tunisia verranno blindate dalle autorità. Ma, come allora, è bene ricordare che il popolo non sarà mai definitivamente vinto.