Un cappuccino con Sconcerti: Rimedio e Caressa, due top di nazioni diverse
Mario Sconcerti
Ho seguito le partite dell’Italia sulla Rai, tranne la finale, perché sono un fan di Rimedio e amo il suo modo pacato e partecipato di fare telecronaca, in cui si sente una competenza profonda da ex giocatore. Rimedio è stato un quasi professionista, un centrocampista della primavera della Roma, una vera e propria promessa. Conosce i movimenti e i dettagli del calcio. Ha il senso del giornalista e quello del vecchio calciatore. È il massimo di un mezzo, come la Rai, limitato dall’essere il mezzo di tutti: non puoi compiere voli, diventi subito l’eccesso di qualcosa. Caressa alla Rai non credo durerebbe molto. Sarebbe inviso ai suoi stessi capi perché occupa spazi, ma adesso che non è più un ragazzo, anche Caressa mi sembra diventato il grande telecronista giusto per una pay tv all’americana. È libero, si scalda quando deve, sta nel gioco, ma ha sentimento e competenza, ritmo. Il suo è un colloquio con il pubblico più che con Bergomi. Riesce a usare la seconda voce, non a farsi dettare il compito. Trovo Rimedio e Caressa due grandi professionisti di nazioni diverse, non intercambiabili, ma ognuno il meglio nel suo territorio, un salto di qualità reale nella teoria delle telecronache libere.