AFP/Getty Images
Rigoni, il rimpianto di Fiorentina e Roma che fa 'cantare' Mancini
Dei cinque rinforzi argentini arrivati alla corte di Roberto Mancini (con lui ci sono Mammana, Driussi, l'ex romanista Paredes e Kranevitter), Emiliano Rigoni è quello probabilmente meno noto al grande pubblico e accompagnato da minori aspettative, ma l'ex calciatore dell'Independiente si sta facendo notare, eccome, a suon di gol e prestazioni. Sono già 2 i centri, in altrettante partite di Europa League, per uno dei giocatori migliori dell'ultimo campionato argentino, autore di 7 gol in 24 partite e già nel giro della Seleccion di Jorge Sampaoli.
ITALIA SOLO SFIORATA - Esterno classe 1993 di origini italiane (i nonni provenivano dal Triveneto), Rigoni muove i primi passi calcistici, da attaccante, nel Bocha Sport Club di Colonia Caroya, cittadina della provincia di Cordoba presa da assalto da tanti nostri connazionali in cerca di lavoro e di un'opportunità per svoltare all'inizio del secolo scorso. Dopo 5 anni in cui affina la sua capacità nel calciare con entrambi i piedi senza alcuna differenza, è il Belgrano, il club che ha dato i natali anche all'ex Palermo Vazquez, a concedergli la prima opportunità in una squadra di livello. Nel suo destino c'è però Avellaneda, città del mitico Independiente, perchè Avellaneda era anche anche il cognome dell'uomo che fondò Colonia Caroya ed è proprio con lo diablos rojos che Rigoni esplode definitivamente. Cambia nel frattempo la sua posizione in campo, diventando un'eccellente mezzala offensiva che trova la sua collocazione naturale nel 4-2-3-1, nel quale interpreta senza distinzioni il ruolo di esterno con licenza di accentrarsi. Grande tiro dalla distanza, senso dell'inserimento e del gol fanno di Rigoni un giocatore molto ambito in Europa, anche in Italia dove Atalanta (su suggerimento del Tanque Denis), Roma ma soprattutto la Fiorentina gli mettono gli occhi addosso.
MUSICA E TATUAGGI - A spuntarla è però lo Zenit che, nonostante le resistente dell'Independiente (avrebbe voluto trattenerlo un altro anno). mette sul piatto 10 milioni di euro e lo sottrae alla concorrenza. Il suo sogno è di giocare nel Real Madrid, i sui vezzi sono i tatuaggi, in particolare quello che porta sull'avanbraccio sinistro e che bacia ad ogni gol, dedicato a nonno Albino, e la musica, passione ereditata da papà Sergio. Insieme ad alcuni amici della sua cittadina natale, ha fondato un gruppo chiamato "Los Sacatanga". Altro che sconosciuto, si chiama Emiliano Rigoni e Mancini si sfrega già le mani.
ITALIA SOLO SFIORATA - Esterno classe 1993 di origini italiane (i nonni provenivano dal Triveneto), Rigoni muove i primi passi calcistici, da attaccante, nel Bocha Sport Club di Colonia Caroya, cittadina della provincia di Cordoba presa da assalto da tanti nostri connazionali in cerca di lavoro e di un'opportunità per svoltare all'inizio del secolo scorso. Dopo 5 anni in cui affina la sua capacità nel calciare con entrambi i piedi senza alcuna differenza, è il Belgrano, il club che ha dato i natali anche all'ex Palermo Vazquez, a concedergli la prima opportunità in una squadra di livello. Nel suo destino c'è però Avellaneda, città del mitico Independiente, perchè Avellaneda era anche anche il cognome dell'uomo che fondò Colonia Caroya ed è proprio con lo diablos rojos che Rigoni esplode definitivamente. Cambia nel frattempo la sua posizione in campo, diventando un'eccellente mezzala offensiva che trova la sua collocazione naturale nel 4-2-3-1, nel quale interpreta senza distinzioni il ruolo di esterno con licenza di accentrarsi. Grande tiro dalla distanza, senso dell'inserimento e del gol fanno di Rigoni un giocatore molto ambito in Europa, anche in Italia dove Atalanta (su suggerimento del Tanque Denis), Roma ma soprattutto la Fiorentina gli mettono gli occhi addosso.
MUSICA E TATUAGGI - A spuntarla è però lo Zenit che, nonostante le resistente dell'Independiente (avrebbe voluto trattenerlo un altro anno). mette sul piatto 10 milioni di euro e lo sottrae alla concorrenza. Il suo sogno è di giocare nel Real Madrid, i sui vezzi sono i tatuaggi, in particolare quello che porta sull'avanbraccio sinistro e che bacia ad ogni gol, dedicato a nonno Albino, e la musica, passione ereditata da papà Sergio. Insieme ad alcuni amici della sua cittadina natale, ha fondato un gruppo chiamato "Los Sacatanga". Altro che sconosciuto, si chiama Emiliano Rigoni e Mancini si sfrega già le mani.