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  • Riforma Lega Pro, Ghirelli a CM: 'Avremo dirigenti più bravi di quelli della Serie A'

    Riforma Lega Pro, Ghirelli a CM: 'Avremo dirigenti più bravi di quelli della Serie A'

    • Gianluca Minchiotti

    Francesco Ghirelli, direttore generale della Lega Pro, illustra ai microfoni di Calciomercato.com le linee guida della riforma del campionato, che a partire dal 2014-15 prevederà un'unica divisione con tre gironi da 20 squadre l'uno.

    Un suo giudizio complessivo sulla riforma?
    "C'è la piena consapevolezza di aver fatto un notevole passo in avanti. Ci ragioniamo da anni e nel pieno della crisi siamo stati in grado di fare questa riforma. 
     
    La riforma che è stata varata è proprio quella che auspicavate o si sarebbe potuto fare qualcosa in più?
    "Si può fare sempre meglio, ma sono stati introdotti alcuni strumenti positivi e non è stato facile farlo. Perché il rischio, quando sono tante le componenti che partecipano a una decisione, è quello di buttare via il bambino con l'acqua sporca".
     
    Può illustrare ai nostri lettori quali sono i punti principali della riforma, al di là del numero delle squadre?
    "Punto uno, il budget. Introduciamo un elemento di imprenditorialità nelle società. Sarà necessario coprire questo budget con garanzie e andrà verificato ad ogni trimestre. Se non è a posto, va coperto entro 30 giorni. Alla fine, che non paga avrà il 10% in più da mettere nella stagione successiva. E visto che il controllo è ogni tre mesi, si potrà arrivare a un massimo del 30% in più da mettere per la stagione successiva. Se i club acquisiscono questa cultura dell'impresa attraverso l'introduzione del budget, nel medio periodo si potranno eliminare le fideiussioni. Punto due: noi dovremo prendere atto di qualsiasi contratto dei calciatori, ma se non ci sarà garanzia sullo scoperto, potremo repingere il contratto. Punto tre: gli stipendi. Sarà obbligatorio pagarli fino a maggio. Punto quattro, l'Iva: pagata fino al dicembre precedente. Punto cinque: un piano industriale. Abbiamo introdotto regole certe e rigorose, ma non basta. Ci vuole un piano industriale triennale, del quale la principale caratteristica sarà quella di riuscire ad avere dirigenti più bravi di quelli della Serie A. A differenza della A, infatti, noi non ci possiamo permettere errori. Quindi ci vogliono dirigenti qualificati. Punto sei: dobbiamo essere il campionato dei giovani, che devono diventare la caratteristica principale del nostro campionato".

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