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    Riecco il camaleonte Pioli: come il nuovo 4-3-3 ha rilanciato Brahim e può aiutare pure De Ketelaere

    Riecco il camaleonte Pioli: come il nuovo 4-3-3 ha rilanciato Brahim e può aiutare pure De Ketelaere

    • Andrea Distaso
    Un nuovo inizio. C'è molto di Stefano Pioli e della sua capacità di adattarsi alle situazioni - soprattutto quelle emergenziali - per immaginare e architettare delle nuove soluzioni nell'ennesima reazione del Milan. La netta vittoria sulla Juventus, a soli tre giorni di distanza dal tracollo di Stamford Bridge, ha confermato una volta di più l'anima camaleontica della formazione rossonera, che si appresta a sfidare nuovamente il Chelsea in Champions League e ad affrontare i successivi appuntamenti forte di nuove certezze. E della consapevolezza che i primi vagiti del 4-3-3 ibrido di Empoli dopo l'infortunio di Saelemaekers e di Londra possano rappresentare un momento di svolta.

    L'UOMO DELLA RIVOLUZIONE - Persi per strada il belga e pure l'alternativa naturale Messias, ma soprattutto dopo aver preso atto di una fase di non possesso non impeccabile come in passato, Pioli ha deciso di plasmare un Milan diverso, con un equilibratore in più in mezzo al campo (Krunic o Pobega, per ora) e rispolverando un jolly come Brahim Diaz. Lo spagnolo è forse l'emblema della bravura del Diavolo a trovare sempre il modo di attingere alle proprie risorse per nascondere le mancanze e superare le difficoltà: chiuso da trequartista dall'ultimo arrivato De Ketelaere, sta convincendo sempre di più il proprio allenatore a diventare  la soluzione che non ti aspetti sul centro-destra. Perché lo spagnolo ha dimostrato contro la Juve di essere un giocatore capace di adattarsi alle esigenze della squadra di leggere gli avversari e i vari momenti della partita, piantando i piedi sulla linea a laterale così come a piazzarsi tra le linee per suggerire l'ultimo passaggio.

    ARRIVANO I RINFORZI - Se Brahim Diaz può considerarsi un "ripescato" dopo settimane ad attendere la sua occasione, la variazione di spartito in essere può rappresentare per molti dei calciatori che hanno goduto di minore considerazione il più classico dei trampolini di lancio. Fu lo stesso Pioli in tempi non sospetti ad evidenziare la presenza nella sua rosa di tanti giocatori con caratteristiche tecnico-tattiche più adatte ad una linea a tre piuttosto che a due: un messaggio incoraggiante per i vari Adli, Pobega e Vranckx ma anche per quel De Ketelaere ancora alla ricerca della sua migliore versione e utilizzabile in maniera differente e meno rigida rispetto ai canonici compiti di un "10" da 4-2-3-1. Un nuovo inizio, anche per lui, in un Milan che si riscopre trasformista per restare in alto.

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