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Ribaltoni al Real Madrid e al Barcellona: a giugno via Ancelotti e Messi?
A due settimane dal Clasico, che si disputerà al Santiago Bernabeu e che potrebbe segnare in un senso o nell'altro l'esito della Liga, in casa Real Madrid e Barcellona tengono banco le discussioni sul futuro di Carlo Ancelotti da una parte e di Leo Messi dall'altra. Nonostante una storia e numeri anche in questa stagioni che non ammettono repliche, in Spagna sono in molti a sollevare dubbi circa la permanenza nella rispettiva società di pertinenza. E' anche in questo clima di incertezza che ci si avvicina al confronto diretto del prossimo 23 marzo, con i blancos primi in classifica con un punto di vantaggio sui blaugrana e a caccia del riscatto dopo lo 0-2 del Camp Nou di un girone fa.
NUMERI DA RECORD, MA CON LE BIG... - Ecco, è proprio in questa partita, risolta dalle prodezze di Neymar e Alexis Sanchez, che hanno cominciato a sgretolarsi le certezze del mondo madridista sul tecnico italiano. Sembra paradossale, visto che il campionato vede in testa proprio il Real col record di punti per un allenatore al primo anno in merengue, oltre a una finale di Copa del Rey già conquistata così come i quarti di finale di Champions League. E con una qualità di gioco e un'armonia ritrovata nello spogliatoio dopo il periodo di tensione alimentato ad arte da Mourinho che sono altri meriti da ascrivere all'ex milanista. Eppure, Florentino Perez e parte della dirigenza non avrebbero gradito la gestione di formazione e cambi nelle grande sfide di campionato, inclusi i due derby con l'Atletico Madrid (un pareggio e una sconfitta). Poco probabilmente per definire a rischio il futuro di Ancelotti, ma i media spagnoli non sono nemmeno pronti a giurare su una sua conferma a fine anno nonostante un contratto fino a giugno 2016.
MESSI, LO STIPENDIO DELLA DISCORDIA - Non meno clamoroso è quanto si sta verificando attorno al tema dell'adeguamento di stipendio sul contratto con scadenza giugno 2018 di Messi al Barcellona. Da tempo, l'entourage guidato dal padre Jorge sta premendo per arrivare fino ai 18 milioni annui richiesti per diventare il calciatore più pagato al mondo, compiendo il controsorpasso sull'eterno rivale Cristiano Ronaldo. Un argomento che il neo presidente Bartomeu sembrava aver chiuso il giorno del suo insediamento: "E' normale che il miglior calciatore al mondo venga pagato più degli altri". Ma nel mondo barcellonista non tutti la pensano così, come dimostra il duro confronto dialettico di qualche mese fa tra la Pulce e il vicepresidente Faus, tacciato poi dall'argentino di capire poco di calcio. La verità è che il club blaugrana si sta interrogando sull'opportunità di investire una cifra così importante in un momento delicato su tanti fronti. Il progetto del nuovo stadio da 300 milioni di euro, la necessità di fare una campagna acquisti che tenga conto anche degli addii di due colonne come Victor Valdès e Puyol, oltre alla consapevolezza che ci sarebbero club in Europa disposti a pagare i 250 milioni di euro della clausola rescissoria. PSG e Manchester City non aspettano altro, per quello che diventerebbe il trasferimento del secolo.
NUMERI DA RECORD, MA CON LE BIG... - Ecco, è proprio in questa partita, risolta dalle prodezze di Neymar e Alexis Sanchez, che hanno cominciato a sgretolarsi le certezze del mondo madridista sul tecnico italiano. Sembra paradossale, visto che il campionato vede in testa proprio il Real col record di punti per un allenatore al primo anno in merengue, oltre a una finale di Copa del Rey già conquistata così come i quarti di finale di Champions League. E con una qualità di gioco e un'armonia ritrovata nello spogliatoio dopo il periodo di tensione alimentato ad arte da Mourinho che sono altri meriti da ascrivere all'ex milanista. Eppure, Florentino Perez e parte della dirigenza non avrebbero gradito la gestione di formazione e cambi nelle grande sfide di campionato, inclusi i due derby con l'Atletico Madrid (un pareggio e una sconfitta). Poco probabilmente per definire a rischio il futuro di Ancelotti, ma i media spagnoli non sono nemmeno pronti a giurare su una sua conferma a fine anno nonostante un contratto fino a giugno 2016.
MESSI, LO STIPENDIO DELLA DISCORDIA - Non meno clamoroso è quanto si sta verificando attorno al tema dell'adeguamento di stipendio sul contratto con scadenza giugno 2018 di Messi al Barcellona. Da tempo, l'entourage guidato dal padre Jorge sta premendo per arrivare fino ai 18 milioni annui richiesti per diventare il calciatore più pagato al mondo, compiendo il controsorpasso sull'eterno rivale Cristiano Ronaldo. Un argomento che il neo presidente Bartomeu sembrava aver chiuso il giorno del suo insediamento: "E' normale che il miglior calciatore al mondo venga pagato più degli altri". Ma nel mondo barcellonista non tutti la pensano così, come dimostra il duro confronto dialettico di qualche mese fa tra la Pulce e il vicepresidente Faus, tacciato poi dall'argentino di capire poco di calcio. La verità è che il club blaugrana si sta interrogando sull'opportunità di investire una cifra così importante in un momento delicato su tanti fronti. Il progetto del nuovo stadio da 300 milioni di euro, la necessità di fare una campagna acquisti che tenga conto anche degli addii di due colonne come Victor Valdès e Puyol, oltre alla consapevolezza che ci sarebbero club in Europa disposti a pagare i 250 milioni di euro della clausola rescissoria. PSG e Manchester City non aspettano altro, per quello che diventerebbe il trasferimento del secolo.