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Retroscena: come la Juventus ha evitato che Conte firmasse per il Milan
LA PROPOSTA DEL MILAN - Se è vero, come confermato da più fonti, che quando si presentò a parlare con la dirigenza della Juventus a fine campionato, Conte aveva nel cassetto una proposta del Milan, allora è doveroso analizzare anche le conseguenze del tweet bianconero del 19 maggio, il famoso "Stagione 2014/15: allenatore Antonio Conte".
L'INCONTRO DEL 19 MAGGIO - In altri termini, dopo la conquista del terzo scudetto di fila, Conte si presenta da Andrea Agnelli e Beppe Marotta e dice, come riporta Roberto Perrone sul Corriere della Sera: "Vi rimetto il mio contratto, sono stanco, non dormo più", aggiungendo: "Però siccome ho ancora un anno, se voi ci tenete, continuo". A quel punto, agli occhi della dirigenza bianconera, è già chiaro che Conte non sarà più l'allenatore della Juventus nel 2014-15: la demotivazione dell'allenatore è evidente, ed è quello che conta. Le scelte e le strategie di mercato non contano nulla: la società e Conte le conoscono entrambi benissimo, e il tecnico sa bene che nessuno degli obiettivi che vorrebbe (Cuadrado e Sanchez su tutti) potrà essere acquistato, come sa bene anche che uno fra Vidal, Pogba e Llorente potrebbe essere ceduto. Lo sa il 19 maggio e lo sa il 15 luglio, quando arriva la rescissione. Non poteva pensare seriamente che in quei due mesi la Juventus potesse cambiare la propria strategia.
Il mercato non c'entra, quindi. O almeno c'entra fino a un certo punto. Sono altri gli elementi decisivi: le motivazioni (di Conte e di un gruppo dal quale, e qui il tecnico ha ragione, sarebbe stato difficile chiedere di più) e la voglia di cambiare, per ritrovarle quelle motivazioni. E cambiare significa o cambiare mezza squadra alla Juve (impossibile) oppurse sedersi su un'altra panchina. Adriano Galliani fiuta la situazione, da vecchio volpone del mercato, e si inserisce con la proposta del Milan per Conte.
DIVORZIO RIMANDATO, MILAN BLOCCATO - A questo punto, nella nostra ricostruzione, ripartiamo da quel 15 maggio. La dirigenza della Juventus ha di fronte a sè un tecnico che 'mentalmente' si è già dimesso, ma che formalmente non vuole farlo, vuole una rescissione contrattuale. E la dirigenza sa anche (non può non saperlo) che Conte ha un'offerta dal Milan. Cosa fare quindi? Rescindere consensualmente e consegnare Conte nelle mani di Galliani? Esonerare Conte e consegnarlo ugualmente al Milan? Oppure aspettare che il Milan trovi un altro allenatore e dopo, ma solo dopo, arrivare a quella risoluzione consensuale desiderata formalmente da Conte (che mai, almeno formalmente, avrebbe voluto dimettersi)? Ed è proprio questo che è successo: la Juve ha aspettato, mettendo anche a repentaglio (consapevolmente) l'avvio della stagione (e le scelte del ritiro in città e della prima amichevole fissata solo per il 30 luglio sono lì a dimostrarlo), ha aspettato, mentre intanto il Milan era costretto a trovare un nuovo allenatore, l'esordiente Filippo Inzaghi.
Secondo quanto appreso da Calciomercato.com, dunque, la vicenda si è conclusa esattamente come la dirigenza della Juventus aveva programmato il 15 luglio: bloccare innanzi tutto il rischio di un Conte al Milan, lasciar trovare ai rossoneri un altro allenatore, e poi rivedere Conte il primo giorno di ritiro, sapendo già che il faccia a faccia sarebbe stato lo stesso del 15 maggio, ovvero la rottura.
In altri termini ancora: se voi aveste un allenatore come Conte e, rescindendo il contratto il 19 maggio, rischiaste di consegnarlo al Milan, cosa fareste? Lo portereste da Galliani oppure preferireste prendere tempo, temporeggiare, lasciar trovare al Milan un altro tecnico e poi, ma solo poi, vedere come va a finire una volta che l'allenatore è tornato dalle vacanze? La risposta non può che essere una.