Sabatini a CM: 'Retegui e Pafundi? Mancini vuole stupire ed è un problema per l'Italia'
Retegui magari sì, Pafundi proprio no. Sono completamente diverse, quasi opposte, le due “mancinate” di questo giro azzurro.
Paradossale considerando che uno è argentino puro e l’altro italiano vero, ma a Retegui si arriva per esclusione mentre Pafundi è azzurro per inclusione. Esclusioni tecniche per l’attaccante che - si può confessare? - il 99,9% degli addetti ai lavori non conosceva fino all’anteprima della convocazione azzurra data dalla Gazzetta dello Sport. Retegui per esclusione a vario titolo di Immobile, Belotti, Kean, Pinamonti e Scamacca (quest’ultimo unico convocato, ma sorpassato). Come centravanti, la classifica marcatori della serie A non offre nulla di più, né di nuovo. In serie B, curiosamente, la punta centrale che segna di più è l’italianissimo Lapadula, che però ha scelto la nazionale peruviana. Poi ci sarebbe Mulattieri del Frosinone (10 gol quest’anno), ma non viene ritenuto all’altezza. In sintesi: Retegui azzurro per esclusione di tutti gli altri.
Pafundi invece per inclusione. Perché è un ragazzino di 17 anni appena compiuti, per nulla precoce nello sviluppo fisico e muscolare, un talentino che potrebbe diventare addirittura il “Messi italiano” (sì, questo si pensa nell’ambiente). Ma non gioca. Mai. All’Udinese non gioca in prima squadra perché è troppo piccolo, e nemmeno in Primavera perché ormai si allena con i grandi. In azzurro non gioca in Under 17 perché Mancini non glielo concede, né in Under 20 e 21 dove i rispettivi ct non lo vogliono in gare ufficiali. Quindi viene incluso nella nazionale maggiore per allenarsi, cosa che peraltro sta diventando la sua specialità: finora, da gennaio a oggi, ha giocato la miseria di 9 minuti in serie A. Zero in Primavera e zero con le selezioni giovanili azzurre. Pafundi è in nazionale dopo tre mesi in cui si è solo allenato. Non ha giocato nemmeno una (!) partita.
“Mancini crede in se stesso e fa bene”. “Mancini è convinto delle proprie idee e fa benissimo”. Ma se invece la frase-simbolo diventa “Mancini vuole stupire”, non ci siamo proprio. Con Retegui indica una strategia inevitabile da seguire: il calciomercato delle nazionalità. Con Pafundi non segue la strada maestra della Federazione che lui stesso dovrebbe guidare tecnicamente: i giovani giocano dove è meglio per il loro presente e il nostro futuro. Non dove fa più scalpore.
Infine, un’opinione personale. Anzi, due, entrambe da verificare e offerte al vostro giudizio sotto forma di domande:
- Sicuri che Retegui sia meglio di Pinamonti?
- Stesso ruolo e caratteristiche tecniche: Baldanzi non meritava e merita la nazionale maggiore più di Pafundi?