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Com’è triste adesso il Viareggio
Ricordare con rabbia. Come è triste e malmessa. Strapazzata, umiliata e violentata la “perla”si è trasformata in un ciotolo di pietra senza forma e bisunto. Il volto è un crocevia di solchi rugosi e profondi che nessuna crema di bellezza sembra poter servire per almeno limitare i danni. Dagli occhi spenti scende il rimmel nero e sfatto a rendere ancora più spettrale l’ex vamp diventata vecchia megera. Tenta di aprire le braccia, allusiva come un tempo, ma da offrire ha più nulla. La pineta è un bosco selvatico o una discarica a cielo aperto. Il liberty delle abitazioni corroso dall’incuria. Il parco popolato dai fantasmi di cavalli pony e da burattini andati al macero. Buio il Molo, umidità che entra fino al cuore. La parodia di se stesso il lungomare simile, per malinconica tristezza, a una strada rumena di Marna prima della caduta del Muro. Fast food e burghy. Puzza di olio rifritto. Una libreria popolare dove si riunivano poeti e scrittori. La villa di Giacomo Puccini simile a una baracca decadente che se lo sanno gli americani, pazzi di Tosca, sporgono denuncia. Già, ma denunciare chi? Tutti e nessuno in particolare. Gli amministratori pubblici degli ultimi venti o anche trent’anni, miopi e soprattutto presuntuosi, che hanno trascinato Viareggio nel baratro economico e sociale. Gli stessi viareggini illusi di poter campare in eterno navigando a poppa di un passato svanito nel nulla. Il sovraprezzo di un destino vigliacco travestito da treno-bomba, sette anni fa. Il collier si è spezzato ed è caduto dal collo flaccido. Il guaio è che anche le due pietre preziose sono finite nella palta. Malgrado ci sia chi fa finta di niente.
Il Carnevale quest’anno sarà un paradosso odiato persino da chi lo ha sempre amato. L’inaugurazione con la prima sfilata sabato, quando il resto dell’Italia si prepara a entrare in Quaresima. Poi altri quattro giorni di festa in strada, fino a fine mese. Come voler festeggiare il Capodanno dopo la Befana. Una burla, messa in per tentare di fare cassa, che può soltanto irritare. Peggior fine per il pallone. Il Trofeo Internazionale Premio di Carnevale per anni è sempre stato un fiore all’occhiello del movimento calcistico. Fior di campioni sono usciti da questo evento che rappresentava l’esame di maturità per quelli veramente bravi. Da qualche tempo a forza di smagrirlo qualitativamente si è ridotto a uno scheletro. Quella che dovrebbe essere la vetrina per grandi squadre (Real, Barcellona, Ajax, Arsenal e compagnia famosa) vedrà sfilare il…meglio del peggio tra africani, asiatici e misconosciuti sudamericani che magari a metà torneo scapperanno per chiedere asilo politico. Ciliegina rancida su questa torta triste: semifinale e finale al “Picco” di La Spezia perché il presidente Volpi paga e perché lo stadio dei Pini, con le gradinate a fronte della tribuna cadenti, non è agibile. Il massimo per un Torneo intitolato al Carnevale di Viareggio. Amen.