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Repubblica - Inter, l'interrogatorio di Beretta: "L'estrema destra può prendere il comando della Curva"
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L'AGENDA DEI CONTI - Le frasi dell’interrogatorio sono state riportate dall’edizione di Milano del quotidiano La Repubblica. Si parla di un’agenda dei conti, un libro in cui erano segnati i guadagni che entravano dai traffici di biglietti e abbonamenti, soprattutto nel 2023 con la cavalcata verso la finale di Istanbul: “Quanto vi dividevate in questi due periodi dell’anno?”, chiede il pm Paolo Storari. “Potevamo andare da 30 mila euro...A testa, sì. C’è tutto segnato su quell’agenda”.
ESTREMA DESTRA - Dall’interrogatorio – riporta il quotidiano – emergono anche dettagli sulla politica in Curva. Beretta afferma di non esserne interessato, ma c’era un gruppo che “faceva proselitismo”, facendo un “lavaggio del cervello” ai ragazzi con “ramificazioni che riguardavano tutti questi partiti di estrema destra. Agganci con i gruppi neonazisti dell’Ucraina, in Germania”. Con riferimento a contatti con frange ancora più estreme “Col Ku Klux Clan, ma non so per certo”. Questo gruppo “ha una sede a Bollate dove fanno riunioni, sono organizzati”. Alla domanda del pm sul fatto che queste persone, allontanate quando c’era Beretta, possano prendere il comando, la risposta è chiara “Sì. Di tutta la Curva”. “Hanno la forza?” ipotizza il magistrato. “Secondo me sì”.
BELARDINELLI - Nelle pagine rivelate da Repubblica anche il riferimento a quanto accaduto nella sera del 26 dicembre 2018, quando Daniele “Dede” Belardinelli fu travolto da un Suv e morì negli scontri prima della partita contro il Napoli: “Vedo uno a terra che urlava come un pazzo, come un animale scannato. Butto il bastone, corro là, gli prendo la faccia, vedo che gli esce sangue...secondo me aveva il bacino fratturato, la macchina che l’ha investito gli ha tipo slittato sopra. I miei vestiti erano pieni di sangue di Dede. Se non mi fermavo, perché mi era caduta la torcia, magari investiva me, perché lui mi ha superato capito? Mi ha toccato, la morte di quel ragazzo lì”.
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perché adesso a chi é in mano?