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    Vinicius show nel Clasico: il gesto del 4-1 e i record nel segno di Cristiano Ronaldo

    Vinicius show nel Clasico: il gesto del 4-1 e i record nel segno di Cristiano Ronaldo

    • Gabriele Stragapede
    Inarrestabile. Chiedere ad Araujo per conferma. Nella 13ª Supercoppa di Spagna vinta nella storia del Real Madrid, c’è la firma, il segno e l’assoluto talento di Vinicius Jr, protagonista assoluto della sfida in finale contro il Barcellona. Pronti, via e taglia in due la difesa blaugrana (clamorosamente alta nell’occasione), si presenta davanti a Peña, lo salta secco e sigla l’1-0. Pochi minuti dopo, gli uomini di Xavi peccano di superbia, insistendo con una retroguardia troppo alta – schierata letteralmente sulla linea di centrocampo – lasciando campo aperto a Rodrygo che apparecchia un cioccolatino per il suo collega brasiliano. Il numero 7 scarta e appoggia in rete la sua doppietta. Basta così? No, Vinicius non si fa mancare nulla. A pochi minuti dal gol di Lewandowski, il nazionale verdeoro si procura e realizza un calcio di rigore, con il quale sigla la tripletta che gli permette di portare il pallone a casa. Una partita da fenomeno totale.

    IL REAL VINCE LA SUA 13ª SUPERCOPPA DI SPAGNA

    DECISIVO – Un hat-trick decisivo che ha arricchito il palmares dei Blancos, ora a -1 proprio dal Barcellona nel computo totale di trionfi in Supercoppa. E pensare che il brasiliano, lungo il corso della sua carriera a Madrid, aveva siglato solamente 3 reti contro i catalani prima della sfida di stasera. Una prestazione che incornicia il suo nome negli annali del Clasico e nella storia del Real Madrid. Vinicius, infatti, è solo il quinto giocatore a siglare una tripletta in un primo tempo di un Real-Barcellona (dietro a Samitier – unico del Barça - nel 1926, Barinaga nel 1943, Narro nel 1951 e Ivan Zamorano nel 1995) ed è diventato il terzo calciatore più veloce nella storia a siglare tre reti in un Clasico in così poco tempo: sono bastati, infatti, 39 minuti per andare a segno in tre occasioni. Solo Narro nel ‘51 con 29’ e Pruden nel ‘43 con 35’ hanno realizzato una tripletta più velocemente di Vinicius. E giusto per non farsi mancare proprio nulla, era dal 1953 che un giocatore del Real Madrid (Roque Olsen ai tempi) non riusciva a segnare due gol al Barcellona nello spazio di 3 minuti – 178 secondi, per l’esattezza -.

    IL 7 DEL PRESENTE E DEL FUTURO – Tutti dati che hanno snocciolato, se mai servisse, quanto l’apporto del l’esterno offensivo sudamericano sia stato fondamentale nel successo dei suoi. Una guida, un faro, un talento imprescindibile per le Merengues e per Ancelotti, sempre pronto a coccolarlo, a difenderlo da ogni vile attacco da parte dei media, dei tifosi avversari (leggasi i tanti insulti razzisti subiti in stagione e non solo). Ma la sfida di oggi ha portato alla luce non solo la classe cristallina di Vinicius – che non si scopre oggi – ma anche la sua spiccata personalità. Il riferimento è chiaramente al suo illustre predecessore, quel Cristiano Ronaldo di cui ha il numero di maglia in eredità. Il 7, al 7’, nel suo stadio (quello dell’Al-Nassr) e con la sua esultanza. Un tributo quasi dovuto, per celebrare un passato in realtà così vivo nei comportamenti di Vinicius. D’altronde, il brasiliano non è solo il disinteressato calciatore che si lascia prendere a calci, per causare l’espulsione di Araujo, ma è anche quel tipo di persona di carattere, capace di rispondere alla panchina blaugrana e a indicare il risultato sino a quel momento. Silenzio e 4-1. E il silenzio, con ogni probabilità, sarebbe stata la scelta più indicata. Oggi ha vinto il Real, oggi ha vinto Vinicius. Per manifesta superiorità.

    VINICIUS E IL GESTO CONTRO LA PANCHINA DEL BARCELLONA: ‘4-1 E SILENZIO’

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