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    Real Madrid, le pagelle di CM: Vinicius, altro che Junior! Rodrygo tradisce, Camavinga fa il Marcelo. Ma Valverde?

    Real Madrid, le pagelle di CM: Vinicius, altro che Junior! Rodrygo tradisce, Camavinga fa il Marcelo. Ma Valverde?

    • Federico Targetti
    Real Madrid-Manchester City 1-1

    Courtois 6,5: all’ottavo minuto il primo intervento, una parata su un tiro violento ma non angolato di De Bruyne. Deve distendersi poco dopo sulla sua destra per deviare in angolo il missile di Rodri. Un paio di parate semplici su Haaland chiudono la prima metà della sua partita. Il duello belga con De Bruyne prosegue nella ripresa, un monster block con la manona destra nell’1 vs 1 (KDB era in fuorigioco) e una parata a terra su un mancino debole. Si inchina al bolide dello stesso numero 17 avversario, imprendibile.
     
    Carvajal 6: al quarto d’ora un saggio di esperienza. Palla alta di Bernardo Silva, se salta non la prende mai su Haaland e allora sceglie di sbilanciarlo con un colpetto sulla schiena, abbastanza per far perdere la coordinazione al cyborg norvegese ma non abbastanza per indurre l’arbitro a fischiare qualcosa. Il problema è che Grealish lo punta spesso e la differenza di passo si fa sentire. Allo scadere della prima frazione brutto episodio, finge di aver preso un colpo alla faccia dallo stesso numero 10 e si rotola a terra stile Busquets nel 2010, senza la fortuna del connazionale del Barcellona. Positivo in avvio di ripresa, alla lunga si fa preferire rispetto al diretto avversario.
     
    Rüdiger 6,5: subito duro su Haaland, fortunato invece quando va dritto come un fuso su Gundogan che gli fa tunnel e si prende una manata in faccia. Proteste City, nessuna sanzione. Non partecipa alla manovra come quando faceva il terzino della difesa a “tre e mezzo” di Spalletti nella Roma, è tutto marcatura e sportellate, capocciate e contrasti. Servono anche quelli, chiedere ad Haaland (nullo o poco più) per informazioni. Carica come un invasato ad ogni azione che interrompe, prestazione di granito.
     
    Alaba 6,5: lascia a Rudiger il duello rusticano con Haaland, preoccupandosi di amministrare il reparto contro uno dei fronti offensivi più temibili del pianeta. Strepitoso in tackle sul 9 del City che aveva già fatto partire il diagonale dall’interno dell’area al 54’. Ci prova su punizione, la palla non gli scende.
     
    Camavinga 6,5: grande applicazione nel ruolo da terzino cucitogli addosso da Ancelotti un po’ (molto) per necessità e un po’ per intuizione. Di riffa o di raffa riesce a tamponare su Bernardo Silva, non uno qualsiasi. Sarebbe una mezzala, ma la percussione che origina il gol di Vinicius è degna di Marcelo. Non si fa mai superare ed ispira la manovra, un tuttocampista che in futuro potrà stabilire nuovi standard per l’interpretazione del ruolo. Un appunto: il passaggio a Rodrygo che poi perde palla sul gol del City non è dei più irreprensibili. Ma gran bella gara. 
     
    Modrić 6,5: “Modric domani gioca. Sta bene, e se sta bene gioca”, aveva detto Ancelotti alla vigilia. L’immagine di Rodrigo che lo insegue e gli sradica il pallone dai piedi con una certa nonchalance è preoccupante, poi il mago croato si inventa un tocco d’esterno di ritorno per Camavinga che lascia senza fiato il City e permette al francese di dare a Vinicius per l’1-0. E’ ancora capace di gasarsi come un ragazzino dopo un numero riuscito, ne regala altri tre o quattro prima dell’intervallo. Cala alla distanza, ma non molla la presa sulle redini della mediana. Forse leggermente in ritardo nell’uscita su De Bruyne in occasione del gol.
     
    (dall’87’ Nacho sv)
     
    Kroos 6: ne apprezzi il fosforo da anni, poi te lo trovi in area a raddoppiare su Haaland come farebbe il suo vecchio compagno Casemiro. Prende anche un’ammonizione per un fallo scomposto su Gundogan, dimostrando di aver pienamente ereditato tutte le prerogative del brasiliano. Belle giocate difensive, ottimo, e non è una novità, il calcio da fermo che arma la testa di Benzema a 12’ dalla fine: bravo Ederson.  
     
    (dall’84’ Tchouameni sv)
     
    Valverde 5,5: un fantasma, non si vede mai nel primo tempo. Carbura nel secondo con più partecipazione al gioco e un bel tiro che sorvola la traversa, chiede un rigore per un tocco di braccio che stoppa una sua incursione. Insolitamente in ombra.
     
    Rodrygo 5,5: pronti via, Grealish gli rifila un pestone che sa di Midlands inglesi. Invece, la sua palla filtrante per Benzema dopo dribbling su Akanji ha il sapore di un rodizio brasiliano, peccato che Ederson sia avvezzo a certi gusti e legga bene in uscita. Per la verità, è il suo unico guizzo. Quando ha palla Vinicius, si accentra verso Benzema per mettere pressione alla terza linea di Guardiola, ma non incisivo come l’anno scorso o come nella finale di Coppa del Re; anzi, è lui a farsi anticipare da Rodri nell’azione che porta al pareggio di De Bruyne.
     
    (dall’81’ Asensio sv)
     
    Benzema 6: il tocco con cui fa viaggiare Vinicius sulla prima sgasata del brasiliano è di una qualità sconfinata, meno il mancato stop (non facile) sulla palla di ritorno del compagno al limite dell’area. Ruben Dias gli toglie dai piedi un pallone di Vinicius che andava solo spinto in porta. Il suo primo tiro, a concludere un’azione strepitosa all’alba del secondo tempo, viene leggermente deviato in angolo. Tocchi, veli, stop, movimenti sono da vedere e rivedere, Ederson para un suo colpo di testa su palla inattiva nel quarto d’ora finale, vincendo il confronto personale.
     
    Vinícius Jr. 7: sembra in forma, in realtà fino alla metà del primo tempo si fa vedere poco. Poi soffia palla sulla sinistra e per poco non spalanca la porta a Benzema, anticipato per il rotto della cuffia. Perfetto il suo stop a seguire ed apparecchiare per la staffilata che fulmina Ederson e porta il Madrid in vantaggio. E’ lui il giocatore al quale le menti madrilene si rivolgono quando hanno bisogno di accendere la luce e creare superiorità numerica: dove non arriva il genio passante, arriva il genio dribblante. Altro che Junior, è già uno dei più grandi.
     
     
    All. Ancelotti 6: nella serata in cui eguaglia Sir Alex Ferguson come tecnico con più presenze nella storia della Champions League, si traveste da Allegri e chiude il primo tempo avanti di corto muso con un tiro e un gol. Poi però i suoi tirano fuori un’azione dezerbiana sull’asse Camavinga-Vinicius-Carvajal-Benzema che è una delizia per gli occhi. Il gol di De Bruyne gli complica i piani in vista del ritorno, ma senza la doppia valenza delle reti in trasferta la qualificazione è ancora tutta in gioco. 
     

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