Roma, Ranieri: "Con Dybala faccio come voglio, mai più Angelino centrale. Friedkin? Il presidente deve farsi vedere"
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Claudio Ranieri è tornato a Trigoria e per la terza volta siederà sulla panchina della Roma. Oggi il mister ha parlato in conferenza stampa, domenica 24 novembre il nuovo esordio per lui contro il Napoli. Di seguito la conferenza stampa integrale, svoltasi presso il centro sportivo "Fulvio Bernardini" di Trigoria, al fianco del direttore sportivo Florent Ghisolfi.
"Prima di iniziare volevo mettere i puntini sulle ‘i’. Avevo smesso di allenare e ho avuto più richieste in questi mesi che quando ho vinto la Premier col Leicester e ho sempre detto di no. Avevo detto che solo in due casi potevo tornare. O per la Roma o per il Cagliari, ma io ero convinto di andarmene per i fatti miei però il fato ha voluto che tornassi a casa. Quando sono tornato a Cagliari ho detto che ho iniziato lì e avrei finito a Cagliari. Ma il fato ha voluto che abbia iniziato da calciatore della Roma e finirò da dirigente della Roma. Lo dico per rispetto dei tifosi del Cagliari".
Recentemente ha ricordato l’impegno economico dei Friedkin poi aveva detto che la Roma era fredda. Ha parlato con i Friedkin anche dell’esonero di De Rossi? "Se mi conoscete sapete che parlo in faccia e gliel’ho detto e mi ha lasciato a bocca aperta per quello che mi ha detto. Vuole bene al club. Ha detto che non può vedere che la squadra non va. Sa che ha speso tanti soldi e che non è riuscito a fare cosa vuole e per questo mi ha preso. Ora tocca a me e mi auguro di riuscire nel mandato che mi ha messo davanti. Quando mi ha detto queste parole non ho potuto che dire di sì. Lo ringrazio perché mi ha riportato alla casa madre. I tifosi sanno che se dico ‘A’ farò di tutto per farlo. Gli americani non vedono le cose in maniera piramidale. Tutti stiamo cercando di portare la Roma dove merita. Io gli ho detto di parlare con i tifosi e lui mi ha detto ‘tempo al tempo’. Qualcosa è andato storto ma speriamo che adesso le cose vadano per il verso giusto. Me lo auguro come tifoso e come persona che sta dentro come società e allenatore. Devo aiutare Ghisolfi e tutti quanti per far sì che le cose vadano per il verso giusto".
Lei ha sempre detto che non ha un modulo fisso. L’anno scorso ha usato diverse volte la difesa a tre, secondo le qual è il sistema di gioco per questa rosa? "Credo che ormai non ci sia più un sistema base se non per un allenatore che sta lì da tanti anni. Tutti gli allenatori cercano di apportare delle modifiche durante le partite per stravolgere i piani degli altri. Dirvi ora come giocherà non è onesto. Devo prima vedere chi è in forma e poi sceglierò. Non è questione di moduli. I giocatori devono avere voglia di sputare sangue sul campo anche se le cose vanno male non devono mollare di un centimetro. Io sono più tifoso di tutti i tifosi. Stavo vincendo 0-3 a Genova, ho perso 4-3 e ho salutato. Per questo dico ai tifosi di starci vicino. Giocare con il pubblico che ti fischia in casa è la cosa più difficile. I giocatori mettevano impegno, correvano a vuoto alcune volte e le cose non venivano. Sfortuna? Non lo so. Ma se insisti alla fine la fortuna gira. Voglio una squadra e un pubblico coeso. Siamo una famiglia: dai giocatori ai magazzinieri. Il primo discorso l’ho fatto ai miei collaboratori. Mi devono aiutare perché non ho tempo di fare errori. Arriveranno partite una più bella di un’altra e i tifosi devono uscire dal campo orgogliosi della squadra. Questa è la promessa".
Ci può spiegare cosa farà da dirigente. Che obiettivo vi siete posti?
"L’obiettivo è di fare il massimo. Oltre al contratto ho dei premi per raggiungere gli obiettivi. Quando stavo al Leicester avevo messo anche la vittoria del campionato. Non mi voglio precludere niente, sono positivo. Ero così da giocatore. Sapevo di poter giocare bene o male ma dovevo dare tutto. C’è gente che si fa delle trasferte incredibili. A Cagliari ho trovato tre tifosi che tornavano dal Belgio e gli ho detto ‘ma che giro avete fatto’. C’è gente che fa sacrifici enormi e noi dobbiamo sentire anche questo. Io sarò l’uomo vicino ai Friedkin e faremo tutto insieme. Cercheremo di sbagliare il meno possibile. Solo chi fa sbaglia. Noi proveremo a fare le cose nel verso giusto. Ha bisogno di una persona conosciuta e che sa di calcio. Questa Roma deve stare sempre nelle prime posizioni. Il presidente vuole una squadra sera. Stanno facendo delle cose belle. La squadra è la cosa è più importante ed è il biglietto da visita. Lui vuole che Roma sia conosciuta in tutto il mondo anche per l’aspetto calcistico".
C’è anche la volontà di riportare Totti?
"L’obiettivo è di fare il massimo. Oltre al contratto ho dei premi per raggiungere gli obiettivi. Quando stavo al Leicester avevo messo anche la vittoria del campionato. Non mi voglio precludere niente, sono positivo. Ero così da giocatore. Sapevo di poter giocare bene o male ma dovevo dare tutto. C’è gente che si fa delle trasferte incredibili. A Cagliari ho trovato tre tifosi che tornavano dal Belgio e gli ho detto ‘ma che giro avete fatto’. C’è gente che fa sacrifici enormi e noi dobbiamo sentire anche questo. Io sarò l’uomo vicino ai Friedkin e faremo tutto insieme. Cercheremo di sbagliare il meno possibile. Solo chi fa sbaglia. Noi proveremo a fare le cose nel verso giusto. Ha bisogno di una persona conosciuta e che sa di calcio. Questa Roma deve stare sempre nelle prime posizioni. Il presidente vuole una squadra sera. Stanno facendo delle cose belle. La squadra è la cosa è più importante ed è il biglietto da visita. Lui vuole che Roma sia conosciuta in tutto il mondo anche per l’aspetto calcistico".
"Io non chiudo a niente. Adesso la cosa principale è riportare la squadra in alto poi sicuramente si parlerà con Francesco. Se ci può dare una mano vedremo. Io non sono chiuso. Questo non significa che Totti tornerà, siate chiari. Io non ho mai detto ‘gatta da pelare’. Io ho detto ‘per forza che mi hanno chiamato’. Però siete bravi, conoscete anche i fili dell’erba (ride ndr). Non ho ancora fatte richieste sul mercato. La Roma ha preso tanti giovani tutti validi ma vanno inseriti in una squadra compatta. Qui sono cambiati tre allenatori. Vediamo prima quelli che sono bravi da qui a gennaio. Poi sono sicuro che se vorrò qualcuno mi accontenteranno. I giocatori non giocano contro gli allenatori. Ci sono allenatori che trovano le chiavi d’entrata di ogni singolo giocatore e dà il 120%. Ci sono giocatori e tecnici che hanno un feeling e non riesce a dare il 100% e dà l’80%. Ma questo alla Roma non basta. Chi non dà il 120% resta fuori dal campo. Io ho visto che alcuni giocatori importanti correvano come matti e si impegnavano. Il cuore lo hanno messo sempre ma io ne voglio di più. Non dobbiamo fischiarli, aiutatemi. Fatelo a fine partita, vengo io sotto la curva e fischiate me".
Il suo destino è stato legato a quello di De Rossi. Lo ha sentito?
"Ci siamo sentiti e ci sentiremo in questi giorni. Daniele è una grande persona e ci parlerò. Per ora ho pochi giocatori a disposizione. Stiamo a novembre e sono cambiati tre allenatori, non è facile per nessuno. Un po’ di choc c’è. Però mi auguro di riportare tutto nella stessa direzione".
Ha valutato e capito perché la Roma si trova in questa situazione?
"Ci sono mille perché e non interessano. Se vado a vedere quello che è successo ieri non ci capisco nulla. Ora mi è stata data carta bianca e devo fare il massimo. Non mi interessa quello che è successo prima. Da oggi in poi io sono il responsabile".
Ci promette che non vedremo più Angeliño centrale? Soulé e Dybala possono giocare insieme? "Lo prometto (ride ndr). Credo che loro due possano giocare bene insieme. Credo di sì ma questo non penso di prometterlo perché se poi non lo sento non lo faccio".
Lei ha parlato delle sensazioni dei Friedkin. Hanno ammesso i loro errori o si sono resi conto degli errori di altri. Alle sue spalle mancano figure.
"Io voglio sempre stare solo. Meno gente vedo meglio è. Capisco che in Italia la figura del presidente ci deve stare e gliel’ho detto. Purtroppo, in Italia il presidente deve farsi vedere. Le proprietà straniere parlano pochissimo. Io quando non parlavano stavo in grazia di dio. All’estero non esiste la figura del presidente. Esiste solo per fine mese. Si è reso conto? Se mi ha chiamato sì. Se ci sono stati dei personaggi che hanno sbagliato lo avrà capito lui. Mi ha detto che vuole portare la Roma ad alti livelli per questo ha chiamato me. Che deve dirmi di più? Io una volta che ho i giocatori non ho bisogno di niente. A voi servono perché più persone ci sono e più notizie girano. Vi capisco perché non è facile riempire le pagine. Avete la mia stima. Io sono un allenatore e l’ho sempre fatto con visioni lungimiranti. Ho sempre detto che non voglio parlare di soldi e che non voglio parlare con i procuratori. Io dirò solo quello che mi serve. Poi nei momenti di concentrazione massima si guarda tutto globalmente ed è un altro discorso"
Che cosa ha chiesto ai giocatori? "Ho detto che voglio il massimo perché non è possibile che la Roma si trovi in questa situazione. Si lavora col sorriso ma seriamente. Non accetto che si vada in un posto di lavoro col viso preoccupato. Noi siamo fortunati perché ci siamo scelti il mestiere. Per le persone che non hanno la nostra fortuna dobbiamo dare tutto con serenità e determinazione. Solo così si ottengono i risultati. Quando arriveranno tutti lo dirò".
L’aveva sfiorata il pensiero di far tornare De Rossi in panchina con lei in dirigenza?
"Adesso mi è stata data la direzione della panchina e penso a questo. Non voglio illudere nessuno. Non ne ho parlato col presidente. Ho detto al presidente che io con Dybala faccio come mi pare, non mi interessano le clausole. Una volta un presidente mi ha detto che un giocatore non doveva più giocare e io gli ho detto che lo metto. Lui mi ha detto che se lo avessi fatto giocare mi avrebbe mandato a casa. Sono andato a casa. Gli ho chiesto subito di Dybala. Ai miei presidenti parlo in faccia. Io scelgo chi voglio. Punto. Ha detto che va bene sennò non mi prendeva. Sapete che io quando mi incazzo parlo romano. Dybala è di un’altra categoria, poi parlerò con lui. Magari potesse giocare sempre ma non sarà così. Già ci ho parlato e gli ho ricordato di quando lui e Ronaldo fecero due gol bellissimi contro la Sampdoria. Dybala fece un gol tipo Totti. Si è ricordato dei complimenti. Lui avrà la mia massima considerazione. Io lo farei giocare sempre 90’, ma ho dei dubbi che possa farlo"
Quando l’ha chiamata il presidente?"Florent mi ha chiamato lunedì mattina ed è venuto a casa mia. Poi mi ha detto che il presidente mi avrebbe aspettato a Londra. È stato deciso così: allenatore, dirigente e persona vicina al direttore sportivo per fare il meglio per la Roma"
Lo farà giocare Hummels? "Mi sono andato a vedere un po’ di partite. Ho visto la finale col Real e quella col PSG. Perché non deve giocare? Io faccio giocare chi mi fa vincere, poi posso sbagliare. L’allenatore più bravo è quello che sbaglia di meno".
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Non so se sarà la scelta giusta perché nessuno ha la sfera magica. Però tifo per lui!