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    Rangnick sarà rossonero, ma il caso sta diventando imbarazzante: le ragioni del Milan e i torti dei giornalisti

    Rangnick sarà rossonero, ma il caso sta diventando imbarazzante: le ragioni del Milan e i torti dei giornalisti

    • Stefano Agresti
      Stefano Agresti
    Come vi abbiamo raccontato il 27 novembre in anteprima, Rangnick molto probabilmente diventerà l’allenatore del Milan. C’è chi se ne è accorto dopo un mese (i tedeschi), chi dopo due (i francesi), chi sostiene di parlarne da chissà quanto anche se non è vero (le emittenti televisive che si autocitano anche se prevedono che ci sarà il sole). E poi c’è chi ancora oggi fatica a capire cosa stia accadendo. Come qualche giornale italiano che cambia versione ogni giorno: oggi resta Pioli, domani arriva il buon Ralf, dopodomani chissà. Poi, quando c’è da ricostruire la storia dei contatti tra il club rossonero e il tecnico-manager germanico, allora ci si avventura in improbabili viaggi che portano in giro per l’Europa, aggrappandosi alle voci più disparate. Mah.

    Visto che non si è in grado di ricostruire una vicenda molto più semplice di quanto possa apparire, allora si accusa il Milan di reticenza, perché smentisce l’arrivo di Rangnick (attenzione, l'arrivo e non i contatti, che invece vengono confermati da fonti interne). Noi non siamo mai stati teneri con il club rossonero, come i nostri lettori ben sanno, e del resto non siamo morbidi per indole, ma in questa vicenda davvero non comprendiamo cos’altro possa fare il Milan se non prendere tempo, allontanare le voci, cercare di tranquillizzare l’ambiente. Avete mai visto una società che annuncia di avere preso un altro allenatore con 12 partite di campionato e almeno una di coppa da giocare? E allora perché scandalizzarsi o addirittura indignarsi se la società rossonera nega la firma di Rangnick, peraltro molto probabile ma non ancora sicura al cento per cento? Non è già abbastanza serio che si ammetta di averci parlato? Cosa direbbero i nostri amici che oggi criticano la posizione del Milan se Elliott domani annunciasse il nuovo tecnico? Certamente darebbero dei pazzi ai proprietari, perché hanno destabilizzato il mondo rossonero.

    Eppure - dicevamo - la storia è più semplice di quanto possa apparire. Calciomercato.com ha scritto che Rangnick era stato contattato dal Milan e probabilmente ne sarebbe diventato l’allenatore a fine novembre e poi ha seguito passo dopo passo l'evoluzione della vicenda, senza mai fare marcia indietro di fronte a una notizia che tutti continuavano a trascurare o ignorare.

    Già cinque mesi e mezzo fa abbiamo raccontato tutto nel dettaglio, compreso il fatto che Boban e Maldini erano all’oscuro del contatto tra Singer junior e il tecnico tedesco, e che questa situazione avrebbe potuto far saltare o i due dirigenti oppure la trattativa con Rangnick. Un'operazione nella quale si è infilato, in modo scaltro, anche Gazidis, contrapponendosi ai due ex campioni rossoneri. Tutto piuttosto comprensibile, insomma, ancorché clamoroso. E tutto confermato dai fatti: la rabbia di Paolo, che definisce Ralf “non adatto al Milan”, e quella di Zvone che giudica “scorretto” il comportamento del club il quale, a suo dire, avrebbe contattato il nuovo allenatore senza avvertirli. Proprio come avevamo anticipato molte settimane prima: Elliott si è mosso ma Maldini e Boban non sapevano. Fino alla rottura traumatica tra la proprietà e lo stesso dirigente croato.

    Anziché chiedersi cosa ci sia di misterioso dietro il caso Rangnick e come mai il Milan smentisca una notizia vera, citando vecchie fonti tedesche, ci permettiamo di dare un piccolo suggerimento a chi racconta il Milan: andate a rileggervi questo articolo di Dario Donato. Risale a cinque mesi e mezzo fa. In fondo non è difficile districare questa matassa, che non è affatto ingarbugliata: basta conoscerne il capo e la coda.

    @steagresti
     

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