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Baresi compie 60 anni: 'Il Milan la mia vita, si provi a giocare. Rangnick? Non bisogna essere prevenuti'
SUL MILAN - "Il Milan è la mia vita. Questa fase paragonata alla sua storia? No. In ogni club ci sono dei cicli con anche dei cambiamenti. Ci sono stati dei cambi di proprietà. Berlusconi è rimasto per 30 e quello, di certo, è un punto favorevole. Oggi c'è tanta concorrenza, non è semplice perché vanno rispettate diverse regole come il Fair Play Finanziario. Penso che il Milan, comunque, possa tornare in alto".
SULLA JUVE - "Il 1982? Erano solo voci, a me personalmente non è mai arrivata la richiesta di cambiare e penso che il Milan non abbia mai voluto vendermi. Sono cresciuto in questo club e non ho avuto nemmeno il pensiero, quell'anno mi fecero capitano, non so se ero pronto ma ho imparato strada facendo".
SU RANGNICK - "Non bisogna mai essere prevenuti alle novità. Questa è la mia prerogativa. Poi ci mancherebbe, ora c'è un allenatore e una proprietà che decide, ci sono le persone che dovranno decidere il meglio. Credo che alla base debba esserci sempre il club, non c'è bisogno di individualità ma di coesione. Bisogna pensare insieme senza dimenticare la storia di questo club e la sua filosofia".
SU ROMAGNOLI - "Sappiamo quali siano le qualità di Alessio, uno dei giocatori migliori che abbiamo in Italia. E' al Milan da diversi anni e credo che stia capendo l'importanza di giocare con la maglia rossonera. La fascia al braccio è un pezzo di stoffa, ma ha effetti incredibili su chi la indossa".
SU MALDINI - "Futuro?Difficile rispondere quando non sappiamo come Paolo la pensi. Eviterei di fare supposizioni, sappiamo chi è stato e cosa ha fatto per il Milan".
SU DONNARUMMA - "Le opportunità sono diverse rispetto ai miei tempi, dare consigli è sempre molto difficili. Se fossi Donnarumma non esiterei a rimanere".