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  • Raiola: 'Pogba? Difficile a gennaio, a giugno è diverso. Donnarumma? Il sole non c'è solo a Milano. Ibra altri 5 anni. Haaland? Un passaggio in Italia...'

    Raiola: 'Pogba? Difficile a gennaio, a giugno è diverso. Donnarumma? Il sole non c'è solo a Milano. Ibra altri 5 anni. Haaland? Un passaggio in Italia...'

    Mino Raiola, dal palco del Golden Boy, ha parlato dei suoi assistiti sul palco dell'evento in cui ha vinto il premio di miglior agente.

    PREMIO - "Fa piacere, vuol dire che le cose le facciamo al meglio. Un onore lavorare con questi giocatori. Niente male, eh? C'è da essere orgogliosi".

    DE LIGT - "Farà il premier olandese? Confermo. Un giocatore non banale. E' onesto, anche quando si deve criticare. Un leader nato, prende decisioni per sé e per il gruppo. E' stato invitato alla Casa Reale, non fa discutere, mette d'accordo tutti su ciò che dice e fa. Può gestire un Paese. A Torino? Parla italiano meglio di me". 

    POGBA - "Avrà un grande futuro, non lo so. Leggo il futuro, non i futuri. ​In Inghilterra sono molto sensibili quando si parla di Pogba. Ho espresso un mio pensiero, un mio parere. Niente di eclatante, credo sia chiaro. Dovrei aver detto di parlare d'estate, i grandi giocatori difficilmente si muovono a gennaio. Ora vediamo in estate, viviamo un mondo molto cambiato".

    BALOTELLI - "Balotelli può essere fondamentale per questo Monza. Il segnale che ha dato Galliani con Berlusconi è stato dirlo a tutti: faremo di tutto per portarlo in Serie A. Sappiamo che è indietro nella preparazione, lo porteremo in forma il più presto possibile. Avere un giocatore come Balotelli in squadra dà un segnale forte: nessuno vuole restare in B con uno come Balotelli in squadra".

    GALLIANI - "Con Galliani ho grande rispetto, stima e amicizia, abbiamo sempre lottato con grande decisione per i nostri interessi, ma lo ricordo bene. Ho fatto anche grandi litigate con Adriano, ma il nostro rapporto è nato in maniera incredibilmente strana. Io ero seduto nel pubblico accanto a lui e mi disse: 'Lei non mi contatta mai" e io risposi: "Ho contatti con Braida, ma non arrivo a lei". Galliani allora mi disse, "domani mi chiami" e da lì nacque il nostro rapporto. Non era facile portare via Zlatan dal Barcellona quando arrivò al Milan".

    IBRAHIMOVIC - "Ibrahimovic sa la verità, abbiamo sempre questo rapporto in cui non si sa mai chi ha fatto cosa, ma lui lo sa che gioca solo perché lo voglio io (Ride ndr.). In carriera ho visto tanti giocatori che sono arrivati all'età di Zlatan stanchi e mi faceva quasi pena farli continuare. Io questa stanchezza in lui non l'ho mai vista. Per me può facilmente giocare ancora 5 anni. Uno che recupera dall'infortunio come ha fatto lui non può smettere. Mi sono pentito di averlo portato in MLS, lì è stato tempo sprecato. Poi dopo prenderà un ruolo importante, magari presidente della Uefa, per fargli cambiare il calcio. Io e lui abbiamo un rapporto bello, ma è così per tutti, fanno parte della mia famiglia. Ma con Zlatan abbiamo fatto avventure uniche. Non è così duro come sembra, è molto meno duro di quello che mostra". 

    ROSSI E IL 1982 - "L'Italia all'estero era criticata come paese, a parte il calcio in cui c'erano gli stereoptipi del catenaccio, del calcio all'italiana... Nel 1982 Rossi e la Nazionale ci ha dato la gioia di essere italiani di sentirci uniti anche fuori e lontano dall'Italia. Mi ricordo la copertina del De Telegraaf con la copertina della Coppa del Mondo vinta dall'Italia e festeggiavamo contro i tedeschi. Ci ha dato la forza di stare uniti".

    HAALAND - ​"Sono molto orgoglioso di Haaland, ha costruito un grande team attorno a sé. I suoi sogni sono incredibili, noi andiamo oltre il cielo, in orbita. Io lo chiamo il nostro viking. I vikinghi hanno conquistato tutto il mondo quando era già difficile. Questo è solo il primo dei grandi traguardi. Non parla italiano? Ancora no... Come ancora no? Non si sa mai. L'Italia è un bel paese che fa bene ai grandi calciatori. Un passaggio in Italia non è da escludere".

    Intervistato poi da Sky Sport a margine dell'evento Raiola ha aggiunto:

    IIBRAHIMOVIC - "Non smette di stupire, è un Bansky, se non riusciva a convincerlo Pioli lo convincevo io perché non può smettere uno come lui. Deve giocare almeno altri due anni, se non per lui lo farà per me".

    AGNELLI - Passa Agnelli e Raiola si interrompe, si salutano e lui fa l'inchino ricevendo in cambio un gesto eloquente "chiamami" da parte del numero uno bianconero: "Col presidente vorrei parlare del futuro del calcio dato che oltre ad essere il presidente della Juventus è anche il presidente dell'Eca. È un tema a cui io tengo molto".

    DONNARUMMA - "Il futuro di Donnarumma è un futuro pieno di sole, c'è dappertutto non solo a Milano. L'importante è che ci sia il sole". 

    BALOTELLI - "Cos'ho detto a Mario? Vai a Monza e portalo in Serie A. Ora Mario deve fare Mario".

    POGBA - "Pogba via dal Manchester? Io non ho detto né gennaio né giugno, ho espresso solo un mio parare personale e rimango di quel parere. Lasciamoli tranquilli così lasciamo tranquillo anche Paul. Io non credo ci sia un nuovo Pogba in giro".

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