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    Rafa Marquez: 'Rimango all'Hellas Verona'

    Rafa Marquez: 'Rimango all'Hellas Verona'

    Il difensore messicano dell'Hellas Verona, Rafa Marquez ha dichiarato a Telenuovo: "È difficile abituarsi ad un’altra squadra, volevo fare più di quello che si poteva fisicamente fare, mi serviva del tempo. All’inizio trovavo duro il lavoro settimanale, che richiede molto impegno. Ero abituato ai ritmi del Barcellona, qua si lavora molto tempo in palestra e sul campo e, nonostante fosse difficoltoso, volevo stare al passo con la squadra. Mi sono trovato bene nella prima partita di campionato contro l’Atalanta, poi ho dovuto cambiare un po’ il mio stile di gioco. Magari prima di venire a Verona pensavo a giocare davanti e portare palla, ma qui tre cose sono importanti: difendere, difendere e difendere (ride, ndr). Se sento di aver sbagliato qualcosa in particolare? No, ma sento che c’è ancora molto da fare. Ho la responsabilità di fare di più, c’è qualità e speriamo di fare finale bello. Come rispondo alle pressioni di squadra che vuole salvarsi? Come professionista ho il dovere di fare il meglio. La cosa più importante che ho imparato  è quella di non sentire critiche, il primo critico verso me stesso sono io se non ho mostrato un livello ottimale. Faccio sempre molto autocritica. L’infortunio? Sto bene, ho soltanto un affaticamento muscolare, conto di essere pronto per il Sassuolo. Come mi trovo a Verona? Bene, è una bella città, la gente è molto gentile con la mia famiglia e questa cosa per me è molto importante. Io ancora qui l’anno prossimo? Ci sono tante cose su cui dobbiamo lavorare, la prossima stagione resterò, il mio contratto dura ancora un anno. Questo campionato mi è servito per vedere, conoscere e sapere cosa devo fare per migliorare. Il bello del calcio è che ogni giorno ti dà una possibilità. Dove può arrivare il Verona? Credo che in questo finale di campionato dobbiamo dare continuità alle belle prestazioni viste con Cagliari e Fiorentina. La difesa? Penso che sia un problema sia di singoli che di reparto, questo è gioco di squadra. Il problema di essere difensore e che non si può sbagliare, se si sbaglia provochi un’occasione da gol. Noi dobbiamo lavorare per fare il meglio, questo la squadra lo sa. Penso che adesso abbiamo trovato la soluzione e la mentalità giusta. Forse all’inizio non avevamo capito bene cosa volesse l’allenatore, c’è voluto tempo ma  adesso abbiamo più solidità nella linea difensiva. Ora dobbiamo continuare così. Qual è la giusta mentalità? Cercare di vincere ogni partita, non importa contro chi, dobbiamo lavorare bene per costruire il miglior Verona. Con chi mi trovo meglio a giocare? Con Moras formiamo una bella coppia, in campo con una parola oppure uno sguardo ci si capisce subito. Un commento sul calcio italiano? Difficile fisicamente, si gioca ad un livello alto, tatticamente credo che sia uno dei più importanti. Sono venuto in squadra nuova, quasi tutti i calciatori erano andati via e questo ha fatto in modo che all’inizio la squadra non si trovasse al meglio". 
     
    "Un commento su Luca Toni? Lo conoscevo dai tempi del Bayern, sapevo che era troppo forte e lo è ancora, è il bomber (ride,ndr)! Saviola? Lui è un bravo ragazzo, un professionista totale, si allena sempre al 100% e aspetta la sua opportunità. Non l’ho mai visto abbattuto, è sempre disponibile per la squadra e bravo con tutti i compagni. Il mio rapporto con Mandorlini? Mi trovo bene, abbiamo un  bel rapporto, è un allenatore diverso rispetto a quelli incontrati in passato e mi ha insegnato molte cose. Se ho mai chiesto qualcosa all’allenatore? Non ho chiesto niente a Mandorlini, rispetto sempre le sue decisioni, ha la sua stile di gioco e se mi dice di giocare davanti alla difesa o centrale o portiere lo faccio".
     
    "Se sono un personaggio ingombrante? Per i tifosi credo che sì, quando sono arrivato a Verona mi hanno accolto dicendomi che non avevamo mai visto un campione come me. Io non sono più il Rafa dei tempi del Barcellona, ho 36 anni ma mi alleno più al meglio possibile. La mia famiglia mi ha insegnato ad essere umile e sincero, dico le cose come stanno. Troppe aspettative attorno a noi? Tutti ricordano il campionato dello scorso anno, ma questa è un squadra diversa, si è creata tanta tensione per fare meglio. Penso che la squadra possa dare di più ed essere più forte, è stato un po’ un campionato strano, continuiamo ad andare su e giù. Che vuol dire essere professionista? Dopo le mie esperienze con Barcellona, Monaco e la nazionale, voglio essere un esempio per gli altri, allenarmi al massimo e aiutare compagni. Il mio sogno sportivo? Fare qualcosa di speciale qua a Verona, penso di fare sempre il meglio possibile qua. Se noi rendiamo meglio sotto pressione? Non lo so, credo che questa squadra non senta quello che si dice fuori dallo spogliatoio, ma credo che le parole di Moras abbiano senso, quando siamo caricati la squadra risponde bene".
     
    "Il mio arrivo a Verona? Dopo il mondiale che ho fatto con il Messico avevo voglia di provare il calcio italiano, sapevo che era difficile, poi si è presentata questa opportunità nel Verona e ho pensato di provare. Mi sono informato sulla squadra e sulla città, ho chiesto ad Albertini (Demetrio, ex calciatore del Barcellona, ndr) e lui mi ha parlato bene della piazza. Ho deciso di venire qui lasciando un contratto più remunerativo, quello che mi interessava era di fare una nuova esperienza".
     
    "La finale di Champions? Dipende dal sorteggio, ma penso che se la giocheranno Barcellona e Bayern. Il giocatore più forte con cui ho giocato? Ronaldinho, quando eravamo compagni di squadra era spettacolare. Al giorno d’oggi penso che il più forte sia Messi".
     
    "Se parteciperò alla Coppa America? Non so, adesso Miguel Herrera (ct della nazionale messicana, ndr) verrà a vedere una partita. C’è anche la Copa de Oro, non so ancora quale giocherò. Il quinto mondiale? Non lo so, è ancora presto".
     
    "La mia fondazione? Aiuta all’incirca un migliaio di bambini poveri del Messico, abbiamo varie strutture  tra cui mense, scuole  e centri sportivi. Uno dei problemi del Messico è l’alimentazione, soprattutto nelle zone povere".

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