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    Radu, ha ragione Buffon: un portiere non va giudicato per un solo episodio

    Radu, ha ragione Buffon: un portiere non va giudicato per un solo episodio

    • Alberto Polverosi
    E’ davvero grama la vita del portiere. Buffon sostiene che per giocare in quel ruolo sia indispensabile una robusta dose di masochismo che, nella fattispecie, è la ricerca del piacere attraverso dolorose critiche. Ha profondamente ragione. Prendiamo il caso più recente, quello di Andrei Radu, portiere ventunenne del Genoa, rumeno, debutto in Serie A con l’Inter di Mancini a 19 anni, poi una stagione ad Avellino e ora al Genoa. E’ titolare della Under 21 della Romania. Mercoledì sera il Genoa ha subìto l’1-2 a San Siro contro il Milan per un’uscita sbagliata di questo portiere che ha colpito di pugno la palla e l’ha messa sul piede di Romagnoli. Il giorno dopo, quasi tutti i quotidiani, generalisti e sportivi, erano concordi nel giudicarlo come il vero responsabile della sconfitta del Genoa. La Gazzetta dello Sport e Tuttosport gli hanno dato 5,5 in pagella, il Corriere della Sera 5, il Corriere dello Sport-Stadio e La Repubblica 4,5. Per diversi giornali è il voto più basso del Genoa. Poi, per chi non avesse visto la partita, leggiamo i giudizi e tutti parlano di grandi parate durante la partita, di vere prodezze con cui il giovane Radu aveva salvato almeno tre volte la sua porta. Però, quell’errore ha determinato la valanga di insufficienze.

    Facciamo una prova adesso, mettiamo un centravanti al posto del portiere Radu e ipotizziamo che lo stesso centravanti segni non uno, non due, ma tre gol, tutti decisivi per mantenere il risultato in parità. Segna la rete dell’1-1, del 2-2 e del 3-3. Poi però, in pieno recupero, sbaglia un gol facile, davanti alla porta avversaria. Secondo i lettori quanto prenderà in pagella quel centravanti? Oh, sono tre gol (come le prodezze di Radu), più un errore assai grave (come quello di Radu) che ha tolto alla sua squadra la possibilità di pareggiare. Ve lo diciamo noi, che di quelle pagelle ne abbiamo fatte a migliaia: da 6,5 in su.

    Non c’è verso, non riusciamo a superare questo luogo comune, a toglierci dalla testa che anche il portiere, come il centravanti, va giudicato per la prestazione nei 90 minuti, non per un singolo episodio. Perché quello che noi riteniamo decisivo (la respinta sbagliata) è simile al colpo di reni con cui Radu aveva salvato prima la sua porta, o alla ribattuta d’istinto di poco precedente. Il portiere è diverso dagli altri giocatori, ma fa parte della stessa squadra, della stessa partita. Se Higuain fallisce un rigore, ma realizza una doppietta anche se la sua squadra non vince, non prenderà mai l’insufficienza in pagella. E’ facile piegarsi alla logica dell’errore decisivo uguale insufficienza. Ma prima, cosa è successo prima? Cosa ha fatto quel portiere durante tutta la partita? Secondo chi scrive, alla nostra categoria (compreso chi scrive) manca una conoscenza più approfondita di quel ruolo rispetto ad altri ruoli. Probabilmente un portiere può essere giudicato con attenzione e profondità solo da un ex portiere. Per questo siamo dalla parte di Radu. E di Buffon.

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