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    Questa Lazio è da Champions: Tare e Lotito meritano delle scuse...

    Questa Lazio è da Champions: Tare e Lotito meritano delle scuse...

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    22 punti conquistati nelle ultime 10 giornate, soltanto 3 in meno di Napoli e Juventus e 2 di Inter e Roma. La Lazio non si vuole fermare più e, a -10 dalla conclusione del campionato, la squadra allenata da Simone Inzaghi è in piena corsa per riconquistare un posto nelle coppe europee, col sogno Champions League tutt'altro che proibito. Se ci crede l'Inter di Pioli, che continua a correre e che ha un ritardo di 6 punti dal terzo posto, perchè non dovrebbero farlo i biancocelesti, 2 punti più in su e capaci di trovare nel corso dei mesi una continuità di rendimento che è andata ben al di là delle aspettative di inizio stagione?

    COLPACCIO INZAGHI - Sembra passata un'era geologica dalla scorsa estate, quando si consumava l'incredibile balletto per la scelta dell'allenatore, dal sogno Bielsa e alla tentazione Prandelli fino alla scelta di rottura di confermare Inzaghi dopo il breve interregno della precedente stagione susseguente all'esonero di Pioli. Qualcuno aveva giudicato avventata la scelta del presidente Lotito e del direttore sportivo Tare di puntare su un tecnico senza alcun tipo di esperienza in Serie A e con alle spalle solo gli ottimi risultati alla guida delle giovanili. Uno scetticismo generale diventato vera e propria ostilità da parte degli esponenti del tifo organizzato che, al di là di vicende che esulano dal mero contesto sportivo, hanno sempre accusato Lotito di non investire a sufficienza per rinforzare la squadra.

    INVESTIMENTI AZZECCATI - Ma nel calcio di oggi, tanti o pochi che siano i milioni di euro a disposizione (e per la cronaca la Lazio ne ha spesi circa 35 la scorsa estate), la cosa più importante è saperli spendere bene e in questo il numero uno della Lazio è secondo a pochi. Nonostante una squadra fuori dall'Europa, ha saputo trattenere i pezzi più pregiati, da de Vrij a Felipe Anderson passando per Biglia e Keita, aggiungendo al puzzle pochi pezzi ma con criterio. Immobile (pagato 8,5 milioni) ha saputo essere il centravanti ideale per il tipo di calcio praticato da Inzaghi, all'insegna dell'organizzazione tattica e delle ripartenze; Milinkovic-Savic è la scommessa da 9 milioni di euro vinta con un anno di ritardo, acquistato quasi nelle indifferenze delle big che adesso fanno la fila per averlo. Poi c'è il lavoro dell'allenatore, capace di esaltare il talento discontinuo di Felipe Anderson e Keita e di far rendere al massimo una squadra senza fuoriclasse ma fatta di giocatori funzionali al progetto. E il sogno Champions può proseguire...

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