Quelli della partita finita 42 a zero non sono ragazzini, sono 'mostri'
Facile invece immaginare i commenti e gli sfottò che avranno dovuto subire in classe dai compagni o al parco giochi dagli amichetti perché, si sa, i bambini spesso sanno essere spietati e non si pongono problemi di autocensura. Un autentico trauma per le vittime della gara. Arduo, nel contempo, pensare all’allenatore del Fanum il quale, come adulto pensante e sportivo praticante, avrebbe dovuto dare una calmata a quei suo ragazzini i quali non erano più tali, ma degli autentici “mostri”. Vincere non significa inferire o annientare. Non è ciò che insegna lo sport.
Ora qualcuno parla di inchiesta da aprire. Un’indagine che porterebbe a nulla. Servirebbe, invece, una bella lezione ai ragazzini-mostri del Fanum. Potrebbe dargliela Roberto Mancini, il ct azzurro sempre molto attento anche al sociale. Invitare quelli del 42 a zero un pomeriggio a Coverciano e farli giocare un’oretta contro la nazionale titolare istruita precedentemente a non fare sconti e a non avere pietà. Così, tanto per vedere l’effetto che fa.