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    Quella 'maledetta' doppietta e la bocciatura di Chiesa: Inter, ecco come nasce il colpaccio Hakimi

    Quella 'maledetta' doppietta e la bocciatura di Chiesa: Inter, ecco come nasce il colpaccio Hakimi

    • Andrea Distaso
    Una folgorazione sulla via di Dortmund. Era il 5 novembre scorso quando Antonio Conte e la sua Inter prendevano definitivamente coscienza dell'enorme potenziale di Achraf Hakimi, autentico mattatore della serata del Westfalen Stadion in cui ha preso forma la cocente eliminazione dei nerazzurri dai gironi di Champions League per mano del Borussia. Una doppietta, un impatto devastante soprattutto nel corso di un secondo tempo letteralmente dominato dalla squadra di Favre, capace di rimontare il doppio vantaggio dell'Inter materializzatosi nei primi 45 minuti. Un esame di laurea che Beppe Marotta e Piero Ausilio hanno giudicato superato, seppur a loro spese, e che è all'origine dell'accelerazione nelle scorse ore che ha avvicinato l'accordo col Real Madrid (proprietario del cartellino) sulla base di 40 milioni di euro più 5 di bonus per l'arrivo per la prossima stagione del giocatore di origini marocchine.

    PERFETTO PER CONTE - Una forza della natura, un esterno a tutta fascia che fa della facilità di corsa e della capacità di inserimento le sue qualità migliori, musica per il calcio che Antonio Conte vuole imporre in maniera definitiva nella sua Inter dopo un anno di apprendistato. Perfetto nel 3-5-2 dell'allenatore salentino, nella sua posizione naturale a destra ma impiegabile all'occorrenza anche sull'altra corsia, alla scuola di Favre ha saputo lavorare anche sulle proprie lacune difensive, non del tutto eliminate ma certamente limate e disimpegnandosi in una retroguardia a 4. Un'ottima notizia per un allenatore come Conte, altrettanto attento alla parte tattica e che dai suoi laterali chiede e ha spesso ottenuto molto, in entrambe le fasi di gioco. Dopo il fruttuoso connubio in Nazionale, Antonio Candreva è tornato ad esprimersi su buoni livelli anche in maglia nerazzurra agli ordini dell'ex tecnico di Juve e Chelsea, ma la carta d'identità, l'assenza di alternative realmente affidabili nel suo ruolo (Lazaro è durato 5 mesi prima di essere ceduto in prestito al Newcastle, Moses non ha convinto e ha poche chance di essere riscattato) e la necessità di aggiungere prospettiva e qualità in quella zona del campo hanno indotto il management nerazzurro ad andare dritto su Hakimi.

    LA SCELTA SU CHIESA - Con un corteggiamento lungo oltre un mese, necessario per bruciare la pericolosa concorrenza di Bayern Monaco e Manchester City, ma anche con una mossa strategica figlia delle certezze dell'attuale progetto tecnico nerazzurro (capace solo pochi mesi fa di regalare un certo Eriksen alla piazza ) e di una scelta di campo ben precisa. Una volta preso atto della volontà della Fiorentina di non concedere nemmeno un euro di sconto sulla valutazione di 70 milioni di euro per Federico Chiesa, primo nome della lista nella testa di Conte, l'Inter ha virato in maniera decisa e convinta su uno dei migliori esterni nel panorama europeo in rapporto anche alla sua età (è un classe '98). Uno che, dopo due stagioni a livelli altissimi in Bundesliga, nobilitate da 12 gol e 17 assist (dati transfermarkt), ha maturato una tale consapevolezza dei propri mezzi da non farsi problemi nel comunicare a un certo Zinedine Zidane che lui al Real Madrid non sarebbe tornato per fare la riserva di Carvajal. Ci sono l'Italia e l'Inter ad aspettarlo, a 7 mesi di distanza da quel colpo di fulmine in un'amara notte di Champions.
     

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