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    Inter, altro che centrocampo più forte d'Italia: servono due colpi top, non basta Tonali

    Inter, altro che centrocampo più forte d'Italia: servono due colpi top, non basta Tonali

    • Emanuele Tramacere
    Un messaggio chiaro e forte è arrivato per l'Inter nella serata di San Siro in cui il pareggio per 3-3 con il Sassuolo ha di fatto spento ogni velleità rimasta per la corsa scudetto. Il centrocampo nerazzurro non è all'altezza di una lotta scudetto, non con i suoi titolari acciaccati o indisponibili, non con le riserve che, ancora una volta, hanno provato a metterci una pezza rivelandosi però ben lontani dal rendimento dei titolari. Antonio Conte lo sa, probabilmente lo sa anche la società, ma per il futuro un progetto di investimento nel reparto non è così vicino.

    ALTRO CHE PIU' FORTE D'ITALIA - C'è stato un momento ad inizio stagione in cui il centrocampo nerazzurro nella sua interezza fu considerato uno dei più forti o il più forte fra le società di Serie A. Conte aveva tutti a disposizione, infortuni pochi e rendimento altissimo. Poi i vari stop, l'emergenza e la rincorsa ad obiettivi importanti con una rosa tornata indietro di qualche stagione e con due anni in più sulle spalle. Sensi e Vecino sono l'emblema di questa problematica, Gagliardini è invece l'esempio calzante di una serata storta difficile da dimenticare.

    NE SERVONO DUE E TONALI... - Conte ha fretta e il tifoso dell'Inter, che non alza un trofeo da 9 anni, sta con lui. L'Inter ha fra le mani Sandro Tonali uno dei migliori prospetti del campionato, forse in prospettiva il miglior centrocampista italiano. Eppure il solo acquisto del centrocampista del Brescia non basta. Per competere su tutti i fronti e "rompere le scatole" alla Juventus fino alla fine serve di più, serve più esperienza internazionale, più abitudine a vincere, più carisma a tutti i livelli. Serve almeno un altro colpo di livello top perché in questo centrocampo ci sono giocatori che anche lo stesso Conte farà fatica a riproporre. Far quadrare i conti non sarà semplice, l'Inter lo sa, ma davanti a Marotta e Ausilio c'è ora un bivio: accontentare un allenatore da 12 milioni di euro all'anno e preso apposta per vincere o sperare che, di anno in anno, compia un miracolo sportivo trasformando lui potenziali campioni in certezze? 

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