Momenti Di Gioia, quel fantastico sabato a Boleyn Ground: West Ham-Arsenal prima dell'addio
Ci sono sabati pomeriggio che possono rimanere impressi nella memoria per tanto tempo: quello che ho vissuto io con alcuni amici lo scorso 9 aprile, presso lo stadio Boleyn Ground di West London per vedere il match tra i padroni di casa del West Ham di Bilic e l'Arsenal di Wenger, in uno dei tanti appassionanti derby di Londra, è stato senza dubbio uno di questi.
Occasione fantastica, soprattutto in vista della chiusura ormai prossima dello storico impianto degli Hammers (sostituito da un complesso residenziale), che da fine stagione si trasferiranno nel nuovo Olympic Stadium di Stratford. L'atmosfera si carica di passione e amore per The Irons sin dalla metropolitana, alla storica fermata di Upton Park: qui vige la religione azzurro-granata tanto che non solo gli uomini ma anche i cani sono vestiti con i colori sociali degli Hammers, impossibile vedere sciarpe delle squadre ospiti, anche se si tratta di un derby come quello contro i Gunners. Un ostico "away visitors are not accepted" appare in evidenza su un muro a fianco dello stadio, che si staglia nella sua fierezza non appena giunti in strada. Per essere una creatura al termine della propria vita Boleyn Ground se la passa meglio di parecchi stadi italiani, sia esteriormente che internamente: sembra di entrare in un albergo di lusso, nel quale c'è anche la possibilità di pranzare o prenotare una suite.
I tifosi all'esterno dello stadio vendono il porgramma della partita, vista solo come una parte dell'evento che comprende tutta la giornata: pur trattandosi di un lunch match previsto per le 12.45, l'appuntamento è al solito pub nella mitica Green Street, il "Boleyn Ground" appunto, che qualcuno può riconoscere perchè apparso nello storico film del 2005 sui tifosi Hammers, "Hooligans", per le consuete pinte del pre-partita, rituale che coinvolge anche donne ed anziani, oltre allo zoccolo duro del tifo, che già canta a squarciagola. Il biglietto non è economico (80 sterline, circa 106 euro), ma vale assolutamente i soldi spesi: pur essendo nel corrispettivo del nostro secondo anello, il match si vede alla perfezione. Brividi di emozione ci accologono all'ingresso, ma soprattutto a pochi minuti dalla partita, quando gli altoparlanti emettono i nomi dei giocatori (Dimitri Payet, per il quale c'è anche il coro personalizzato "We've got Payet", è senza dubbio il più applaudito). Scorgiamo con piacere e un pizzico di ammirazione una sala dello stadio dedicata a Paolo Di Canio, da queste parti considerato un eroe per i suoi trascorsi con la maglia numero 10 degli Hammers.
Dopo aver cantato a perdifiato l'inno del West Ham, "I'm forever blowing bubbles", nel momento forse più emozionante di tutta la giornata, finalmente inizia la partita: l'Arsenal si porta sul 2-0, ma i tifosi non smettono un attimo di cantare e la squadra li ripaga, grazie alla splendida doppietta di Andy Carroll, uno che sarebbe potuto entrare nella top ten dei migliori attaccanti d'Europa, se non avesse un carattere particolare. Al fischio dell'half time, è l'ora della terza birra della giornata, consumata regolarmente al bar in bottigliette di plastica che non si possono portare all'esterno. La gara riprende con il vantaggio Hammers, firmato ancora una volta da Carroll, che realizza un incredibile hattrick sei anni dopo l'ultima volta: il pubblico esplode, lo stadio sembra venire giù e Bilic in panchina appare tarantolato. Il pareggio di Koscielny rovina parzialmente la festa, ma non l'umore dei tifosi del West Ham, che non smettono un secondo di incitare i propri beniamini. Il match termina 3-3 (abbiamo scelto bene!), e vi posso garantire che è stato molto più divertente di tre quarti di partite della Serie A viste finora in questa stagione: pochi tatticismi, tanta corsa, poco divismo e tanta voglia di dare il tutto per tutto in campo, consuetudini che dovrebbero essere la normalità ma ormai sconosciute da noi.
Dopo avere avuto la fortuna di parlare con un tifoso "nostrano" del West Ham, che ogni due settimane prende l'aereo e viene a Londra a seguire la squadra del cuore e che ci spiega di come siano già previste alcune iniziative per il trasferimento all'Olympic Stadium (tra cui una navetta che parte dal pub "Boleyn Ground" e arriva fino a Stratford) e ci racconta i prezzi degli abbonamenti (circa 1000 euro per una stagione) oltre che la promozione che coinvolgerà il nuovo stadio (con prezzi che scenderanno fino a 350 euro, per garantire la presenza dei tifosi anche nel nuovo impianto), concludiamo al meglio il nostro fantastico sabato nella mitica tana degli Hammers, con un selfie che immortala i nostri visi pieni di gioia ma soprattutto con un panino salsiccia e bacon, in pieno stile anglosassone. Uno di noi ha anche il privilegio di essere intervistato dalla televisione tematica del West Ham, poi un salto allo shop sognando una maglia di Carroll o Payet, prima di intraprendere la via del ritorno: la sensazione nei nostri cuori è quella di aver vissuto un evento storico, quasi irripetibile, proprio per la prossima chiusura dell'attuale impianto Hammers. Una di quelle esperienze che tra venti o trent'anni racconteremo ai nostri nipoti, spiegandogli cosa significava vedere un derby di Londra a Boleyn Ground. Un evento capace di riappacificarci con il calcio, nonostante questo sport spesso prenda una deriva che non ci piace assolutamente: mi sento di concludere consigliando a ognuno di voi di provare ad andare a vedere un match di Premier, anche per capire la differenza attuale che ci separa dall'Inghilterra. E iniziare a comprendere che, se vogliamo, possiamo cambiare e diventare come loro, come loro sono cambiati sconfiggendo la piaga degli hooligans. Basta metterci tanto impegno, passione e cuore, virtù che in solo due ore abbiamo vissuto abbondantemente sulla nostra pelle: e allora addio Boleyn Ground, non ti dimenticheremo mai.
@AleDigio89