Quando Pecoraro, l'accusatore di Agnelli, parlava coi tifosi 'criminali'
Ma ecco cosa diceva Giuseppe Pecoraro, attuale capo della Procura della Figc, quando era prefetto di Roma. Il 5 maggio 2014, intervista a Carlo Bonini di Repubblica in merito al fatto che fu deciso di giocare lo stesso Fiorentina-Napoli di Coppa Italia nonostante fosse nota la notizia dell'aggressione a Ciro Esposito (che poi morì), Pecoraro spiegò che con Genny a 'carogna che "noi abbiamo interloquito, non trattato. Quel tipo è stato informato delle condizioni del tifoso colpito alla schiena e della natura occasionale del ferimento. Volevamo solo tranquillizzare la curva che, a quanto pare, aveva scelto lui come rappresentante".
Alla domanda di Bonini su "Daniele De Santis, in arte "Gastone", è un altro vecchio cliente da stadio", Pecoraro aveva risposto: "Non me li scelgo mica io gli interlocutori della curva. Né sono certo io che decido che un tipo come De Santis sia ancora in circolazione. E comunque è come dire che se vengo chiamato a sbrogliare una rapina con ostaggi, io mi scelgo il rapinatore con cui parlare. Cosa vogliamo? Liberare gli ostaggi parlando con il rapinatore o farli ammazzare?".
Il problema di certi personaggi, disse Pecoraro, è di chi li legittima. "I tifosi, innanzitutto. E anche alcuni presidenti di società calcistiche che finiscono per attribuire un ruolo a questi signori. Il presidente della Lazio Lotito, da mesi, combatte solitario la sua battaglia contro il ricatto ultrà della curva nord. Qualcuno lo ha forse additato come esempio di coraggio? Non mi pare. Al contrario, ho visto società lamentarsi per i vincoli imposti dalla tessera del tifoso. Anche la stampa mi sembra assai ondivaga. Insomma, dobbiamo tutti decidere se allo stadio siamo cittadini che tifano o tifosi obnubilati. E se sia utile delegittimare dal lunedì al sabato le istituzioni che fanno da frangiflutti a tutto questo, confondendo una patologia con la fisiologia".
Con Genny'a carogna, che si sapeva non fosse un gentiluomo, insomma si è "interloquito", come ha spiegato Pecoraro. In realtà ci fu una vera trattativa. Di sicuro Agnelli e i suoi avvocati daranno battaglia in sede di dibattimento, conclude Repubblica.