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Quando Firenze rideva di Lotito e Tare. Oggi li sogna al posto dei Della Valle...
MODELLI - I Della Valle hanno avuto anni di lustro, ora però l'autofinanziamento e le scelte non funzionano più. E il rapporto con la piazza è ai minimi storici. La famiglia marchigiana è lontana, almeno nella presenza materiale, avendo inoltre messo in vendita la società lo scorso giugno, con un comunicato che rimane un tassello imprescindibile nella negatività dell'unione con la tifoseria. Dall'altra parte, un Claudio Lotito pur sempre criticato, ma sempre meno meritevole di biasimo, almeno in ambito sportivo: il binomio con Igli Tare, giunto al decimo anno da dirigente della Lazio, funziona alla perfezione ed è sempre più solido.
VITTORIE - Un capo di imputazione per i Della Valle è quello di non aver mai vinto niente: una finale di Coppa Italia, due semifinali in campo europeo - una in Coppa Uefa, l'altra in Europa League - e due partecipazioni in Champions League. Lotito, invece, può fregiarsi due Coppa Italia e due Supercoppa Italiana, oltre alle partecipazioni internazionali e finali perse.
RILANCIO - L'operazione che sta riuscendo a Tare è quella di operare sul mercato con sapienza, consapevole dei limiti economici. Luis Alberto ne è il simbolo: un giocatore di talento dal potenziale offuscato, divenuto una certezza dopo il rilancio con Simone Inzaghi. Eventi che da qualche anno non accadono in casa Fiorentina, per le più disparate ragioni. A parità di critiche, poi, Lotito ha comunque saputo tenere il pugno duro verso certe dinamiche, sfuggite totalmente ai Della Valle.
NEL SEGNO DI MILINKOVIC-SAVIC - Il passaggio di consegne? Indubbiamente lo 'scippo' di Sergej Milinkovic-Savic? Era nella sede della Fiorentina per firmare - ripeto, nella sede della Fiorentina per firmare - quando in lacrime cambiò destinazione. E' lì che iniziano i rimpianti viola e i meriti biancocelesti. Lì, forse, nasce il nuovo divario. Ora, i fiorentini li vorrebbero sì due come Lotito e Tare. Magari sotto altre sembianze, ma li bramerebbero.