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    Quagliarella: "Il mio gol più bello al Napoli. I migliori allenatori? Giampaolo e Conte, può vincere lo scudetto"

    Quagliarella: "Il mio gol più bello al Napoli. I migliori allenatori? Giampaolo e Conte, può vincere lo scudetto"

    Uno dei giocatori più iconici degli anni duemila, Fabio Quagliarella, ha mantenuto un doppio legame piuttosto stretto. Uno è con la sua terra d'origine, la Campania e più precisamente Castellammare di Stabia, l'altro è con Genova, dove è rimasto a vivere, per merito della sua stretta connessione con la Sampdoria, la squadra della sua carriera. Domani al Ferraris proprio la Juve Stabia verrà ricevuta dalla Samp: "A Castellammare abita la mia famiglia, ho le radici e lì è iniziato il mio percorso calcistico, nel quartiere dell'Annunziatella. Ricordi bellissimi. Poi Pro Juventute e Junior Gragnano, prima di andare al Torino" ha detto a Il Secolo XIX. "A Genova ho vissuto stagioni indimenticabili, ho vinto il titolo di capocannoniere della Serie A a 36 anni. Non potrò essere allo stadio venerdì sera, ma la vedrò. Sono le due squadre di Serie B delle quali non mi perdo una partita. Le porte chiuse sono un dispiacere enorme, ci sarebbe stata una fantastica cornice di pubblico. Seguendo alcune pagine online della mia città (Castellammare), ho percepito la forte delusione dei tifosi. Per loro tornare a Marassi per affrontare la Samp era una data segnata sul calendario. Sono rimasto sorpreso dagli incidenti tra i tifosi genoani e doriani, dei vandalismi al Molo dell'amicizia. Ho sempre vissuto derby corretti, erano le partite più belle. Consigliavo a tutti i miei amici di venirle a vedere. Spero che le cose si sistemino".

    Ma la vita dopo il pallone per Quagliarella, che vita è? "Una vita con il calcio in testa" ammette. "Sono opinionista a Sky e mi trovo benissimo. Cerco di tenermi in forma, gioco a padel, vado in palestra. Mi sono preso un annetto per capire che fare da grande, senza fretta. Ho già un patentino da allenatore, farò altri corsi, anche da ds. Sono cambiati soprattutto i fine settimana. Li trascorro in famiglia o faccio qualche giro. A tavola, posso lasciarmi andare un po', non avendo più allenamento. Della vecchia vita mi mancano partita, adrenalina, gol, esultanza, atmosfera. Il ritiro, zero. Potrei dormire quanto voglio, ma non sono mai stato un dormiglione: 5, 6 ore al massimo e mi sveglio. Alle 8 già in piedi, colazione e sfrutto la mattina per fare esercizio fisico. E poi vedo il mare".

    Il mare, dalla Campania a Genova, è il filo conduttore della vita di Quagliarella: "Per me è terapia, serenità. Averlo davanti casa, anche d'inverno, pure se è agitato e per alcuni malinconico, mi dà un impagabile senso di libertà. Influisce nelle mie scelte. Io il mare lo vivo sempre, a volte lo vedo dal balcone, esco di casa e faccio il bagno, ho la passione della moto d'acqua. Speravo in un settembre da spiaggia e invece il meteo ha spiazzato tutti… punto su ottobre. Anche per il mare mi sono fermato a Genova, si vive in tranquillità. Mi dà equilibrio. Clima top, da aprile a settembre è uno spettacolo. Con la mente mi riporta a Castellammare, all'infanzia. Per strada? L'affetto della gente mi sorprende. Sembra non abbia mai smesso. Mi fermano, ricordiamo le partite, i gol, nascono confronti sul più bello...". Elogi per la Juve Stabia: "È partita benissimo, è una gran cosa mettere da subito fieno in cascina. Allenatore in gamba, Guido Pagliuca. La sua squadra ha una forte identità, grintosa ma fa un bel calcio e non è mai facile abbinare le due cose".

    Ma quale è stato il gol più bello della carriera di Quagliarella, costellata da reti indimenticabili? "Il colpo di tacco al Napoli (2 settembre 2018). Di tacco ne ho fatti altri però diversi, con i piedi appoggiati a terra davanti al portiere la tocchi e va in porta. Lì era più lontano, in diagonale, staccando con i due piedi... Ma anche il pallonetto di Bergamo. Se vedevo una palla che mi invogliava non me ne fregava niente, tante ne sbagliavo ma sapevo che se entrava era una goduria. Oggi non trovo nessuno che mi assomigli, agli attaccanti poi si sta togliendo un po' di quella libertà di fare come gli pare. E oggi gli stessi attaccanti si mettono pressione, non segnano per un periodo e quando fanno il primo gol lo festeggiano come fosse una finale. E poi lo devi avere dentro quell'istinto, quello che ti dice "calcia" e a un altro 'stoppa e prova il dribbling' "..

    Quagliarella poi dedica due elogi importanti agli allenatori che hanno influito maggiormente, a detta dell'indimenticabile numero 27, in una carriera lunghissima e di successo, che ha visto tantissimi mister di alto livello susseguirsi. I migliori, però? "I tecnici che mi hanno dato di più sono stati Conte e Giampaolo, una loro sessione di videoanalisi era una lezione all'università. Il Napoli con Conte ha le carte in regola per dare fastidio a tutti, ha creato entusiasmo. È tra le favorite per lo scudetto"

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